Mario Draghi è tornato in conferenza stampa, in diretta dalla Sala Polifunzionale di Palazzo Chigi, per dare nuovi aggiornamenti sul Covid-19 in Italia, sul piano vaccini, sul Consiglio europeo di ieri e sui nuovi colori delle regioni in arrivo in serata. Il premier si è presentato davanti alle telecamere alle 14 di oggi, dopo la riunione della Cabina di regia che stamattina ha discusso anche del nuovo decreto Covid, in arrivo dopo le feste di Pasqua. Ha risposto alle domande dei giornalisti presenti o collegati in videoconferenza. Accanto a lui, il ministro della Salute, Roberto Speranza.

Dall'ultima Cabina di regia, ha spiegato il premier, è emersa «una diminuzione nel tasso di crescita dei contagi, addirittura si comincia a vedere una diminuzione proprio nel livello dei contagi. La situazione, comunque, rimane molto critica e preoccupante». Speranza ha aggiunto che «dopo sei settimane di crescita, l'Rt diminuisce a 1,08, anche il tasso di incidenza è sceso sotto quota 250 su 100mila abitanti».

Numeri, questi, che spingono Draghi a mostrare un cauto ottimismo: «Bisogna cominciare a pensare al futuro senza pandemia, è vicino. Tutti gli italiani avranno la loro dose di vaccino. Garavaglia dice che i cittadini possono già pensare a prenotare le vacanze estive? Io sono d'accordo con lui, perché no, io ci penserei se potessi. A chi non piacciono le vacanze...», ha detto Draghi. Il presidente del Consiglio ha anche annunciato che si vaccinerà con AstraZeneca: «Ho fatto la prenotazione, sto aspettando di essere convocato. Spero per settimana prossima». Da oggi, ha spiegato il premier, tutti i dati sui vaccini somministrati regione per regione sono pubblicati sul sito della presidenza, «quindi chiunque può accedere ai numeri».

Vaccini ed Europa

Sull’allargamento dei criteri che prevedono il blocco dell’export dei vaccini, stabilito ieri dall’Unione europea: «Prima si poteva fare solo se la società che produce i vaccini non avesse rispettato i contratti. Nel Consiglio europeo di ieri sono stati introdotti i principi di “proporzionalità” e “reciprocità”. Questo allarga la possibilità della Commissione di bloccare altre esportazioni. Il primo permette di farlo se il paese in questione ha somministrato già molti vaccini rispetto a quello che blocca l’export. Il secondo permette di farlo nei confronti di paesi che a loro volta hanno bloccato l’export dei vaccini. La richiesta di un nuovo metodo di distribuzione dei vaccini in Europa, arrivata non solo dall'Austria, dipende dal fatto che all'origine i vaccini furono ordinati dai vari paesi, ma chi ha fatto ordine era libero di importare un vaccino o l'altro. Pensare a un cambio di modello di distribuzione? Diciamo di no. Sono contrario a un blocco totale delle esportazioni dei vaccini nei confronti del Regno Unito. Non dobbiamo arrivarci e non ci arriveremo. Il blocco andrebbe considerato verso quelle società che non rispettano i patti».

Il vaccino Sputnik

Sulla possibilità di stipulare un contratto europeo per il vaccino Sputnik: «Qui c’è in gioco la salute: dobbiamo sempre cercare il coordinamento europeo, come ho già detto, ma se non si trovano soluzioni vanno cercate altre strade. Sui contratti, bisogna stare attenti: la presidente della Commissione ha spiegato che, secondo un’indagine interna, lo Sputnik può essere prodotto per un massimo di 55 milioni di dosi. Ricordiamo che si tratta di un vaccino con due dosi. Inoltre, l’Ema si pronuncerà su Sputnik almeno tra tre mesi. Se andasse bene, quindi, sarebbe disponibile solo nella seconda metà dell’anno».

Gli operatori sanitari che non fanno il vaccino

Sui medici e gli infermieri che non intendono vaccinarsi contro il Covid-19: «Il governo intende intervenire: non va bene che operatori non vaccinati restino a contatto con i malati. La ministra Cartabia sta preparando un provvedimento a riguardo, ma sul contenuto non sappiamo dire nulla al momento». Speranza: «La norma è al vaglio ma interverremo in una quota residuale e minimale, la stragrande maggioranza degli operatori sanitari ha risposto positivamente dando il buon esempio».

Il vaccino italiano

Durante la conferenza si è parlato anche del vaccino italiano, ReiThera: «Puntiamo sulla sua produzione – ha detto il ministro Speranza – e speriamo che sia pronto in autunno». 

Lo scostamento di bilancio

«Non abbiamo ancora discusso dello scostamento di bilancio. Non abbiamo preso decisioni. La cosa che ho detto in Parlamento è che si pensa debba essere alla data della presentazione del Def, quindi a metà aprile. Non abbiamo però discusso dell'entità perché non si annunciano i numeri, 20 o 30 o 50 miliardi per vedere l'effetto che fa. No, si vede esattamente dove l'azione di governo deve indirizzarsi, quali e quanti sono i bisogni, e poi da questo emerge lo scostamento necessario».

Riapertura scuole dopo Pasqua

«Confermo la decisione di riaprire le scuole fino alla prima media dopo le feste di Pasqua. Il ministro Bianchi sta lavorando affinché avvenga in modo ordinato e in alcuni casi sarà possibile effettuare dei test, un'azione globale è difficile. La situazione rimane critica e preoccupante, ma la volontà della Cabina di regia è stata quella di allentare un po’ le misure sulle scuole. Anche perché i dati dimostrano che le scuole sono un luogo di contagio limitato solo se nel frattempo sono in vigore tutte le altre restrizioni. Aprire di più farebbe aumentare i contagi». 

Il rapporto con le regioni

A proposito del richiamo alle regioni sui vaccini, Draghi ha ribadito che è necessario seguire il criterio dell’età, e che la necessità è di vaccinare le persone fragili. «Non sono minacce alle regioni, bisogna lavorare insieme. Le scelte dei governatori dovranno essere riconsiderate alla luce dell'affermazione del governo che la scuola in presenza è obiettivo primario della politica del governo».

A una domanda sulle ultime dichiarazioni di Salvini, secondo cui «nuove chiusure sono impensabili», Draghi ha risposto: «Le chiusure dipendono esclusivamente dai dati. Sulla proroga dello stato di emergenza non abbiamo deciso nulla». «Se le regioni saranno forzate ad accettare le task force? Niente è obbligatorio nel rapporto stato-regioni all'interno di uno schema complessivo previsto dalla Costituzione. Poi se sono obbligatorie, se le regioni sono forzate ad accettarle...io direi che più importante ancora, se ci sono le task force, è che queste siano adeguate, questo è il punto fondamentale. Siano adeguate e pronte a fare il lavoro per cui sono state costituite».

Biden al Consiglio europeo

«L'intervento di Biden è stato molto importante, ha veramente portato un'aria nuova, fresca, nell rapporto tra Stati Uniti e Unione europea. Biden ha riaffermato che il pilastro della politica estera americana è l'Unione europea. Un tempo si diceva che gli Stati Uniti guardano a est, all'Asia, erano in una posizione equidistante in quegli anni. Oggi no, oggi c'è solo un alleato fondamentale ed è l'Ue. Ha voluto riaffermare la sua diversità rispetto alla precedente amministrazione. Per gli Stati Uniti la Cina è un rivale con cui competere, ma la competizione è anche benvenuta, così ha detto Biden, ma le differenze restano profonde per quanto riguarda i diritti umani. E ha insistito molto sulla franchezza con cui occorre rilevare queste differenze. Biden ha parlato anche della Turchia, essendo un alleato della Nato, e ne ha rilevato l'importanza e anche l'efficacia di molte azioni di politica internazionale. Ma anche in questo caso ha detto che ci sono delle differenze fondamentali, dei disvalori che non condividiamo. La Web tax? L'amministrazione americana ha aperto alla possibilità di un accordo internazionale che permetta la tassazione delle società digitali. Questo ovviamente è un grosso cambiamento».

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