I segni sono ancora visibili sulla porta di ingresso del centro. Lo striscione che celebrava i trent’anni del centro sociale La strada è distrutto. È il frutto dell’esplosione che nella notte tra giovedì 11 e venerdì 12 settembre, intorno alle 4, è stata sentita in tutto il quartiere Garbatella di Roma. La bomba è stata piazzata con l’obiettivo di distruggere la porta di ingresso del centro, fallendo nell’intento. Sul posto sono stati ritrovati striscioni con scritte antipalestinesi e che si scagliano contro l’ex esponente del Movimento 5 stelle Alessandro Di Battista. Il testo recita: «Di Battista putt*** di Hamas».

L’ex deputato da sempre difende le ragioni del popolo palestinese e in recenti interventi ha accusato Israele di genocidio. Avrebbe dovuto partecipare al Falastin Festival, evento dedicato alla cultura palestinese, alla Città dell’Altra Economia di Testaccio, non molto lontano dal luogo dell’esplosione.

La matrice filo israeliana

«La matrice è chiara - recita il comunicato stampa del centro sociale - ambienti filo israeliani che vogliono colpire chi, come noi, si batte per la fine del genocidio a Gaza, per la libertà del popolo palestinese e contro le politiche criminali del governo Netanyahu». Non è la prima volta che La strada subisce questo tipo di attacchi. L’ultimo a maggio, quando fu colpito da un’altra esplosione accompagnata da scritte minatorie.

Anche nell’ottobre del 2024 venne piazzata una bomba nei pressi del centro, mentre nel 2017 furono lanciate bottiglie incendiarie. Questi eventi, secondo il presidente del municipio VIII, Amedeo Ciaccheri, sono «un tentativo di toccare con la forza un simbolo della società democratica, per silenziarla e dare un segnale contro la struttura della città e del paese». 

Paura di un’escalation

La strada teme che la situazione nella città possa degenerare. Non si contano più gli eventi di questo tipo in tutta Roma, basti pensare alla contestazione al Fatto quotidiano al Circo massimo di pochi giorni fa. «C’è chi cerca di portare un clima di guerra in città e lo fa impunemente», dice Ciaccheri. «È un clima di violenza inaccettabile».

Il presidente è stato anche portavoce del centro sociale, di cui rivendica l’importanza per la comunità cittadina: «È un punto nevralgico per la vita del municipio. Da sempre siamo schierati a favore della causa palestinese». Più volte il problema è stato segnalato alle autorità e alle istituzioni, chiedendo di prendere parola contro questi atti di violenza.

L’ennesima richiesta avverrà oggi alle 17 con un’assemblea pubblica convocato presso il Csoa. «È tempo che il prefetto e la questura di Roma individuino con chiarezza gli autori di questi atti criminali - conclude Ciaccheri - e che la politica, le forze sociali, sindacali e culturali prendano parola con fermezza».

© Riproduzione riservata