Nella notte tra il 27 e il 28 aprile, nel quartiere di Garbatella, è stata vandalizzata l’installazione firmata da Laika sulla Resistenza e quella contro la guerra in Palestina. Sulla porta del centro sociale La Strada attaccati adesivi con la bandiera ebraica
Due opere distrutte e adesivi che inneggiano alla «gloria di Israele». È accaduto nella notte alla Garbatella, a Roma, dove ignoti hanno vandalizzato due opere dedicate al 25 aprile e alle decine di migliaia di morti provocati dalla guerra in corso a Gaza. A denunciare i fatti varie realtà che operano sul territorio, tra cui lo storico centro sociale La Strada, sulla cui porta sono stati rinvenuti gli adesivi pro-Israele.
I fatti
«Nella notte tra il 27 e il 28 aprile una serie di attacchi hanno colpito la comunità del nostro territorio»: inizia così il comunicato postato sui social da varie realtà dell’antifascismo romano che operano nel quartiere. Ad accompagnare il testo una serie di immagini che mostrano la devastazione delle installazioni.
Giace a terra, strappata e irrecuperabile, l’ultima opera della street artist Laika che in occasione del 25 aprile aveva realizzato un poster in cui celebrava la lotta di Liberazione e il protagonismo delle donne nelle resistenze di ieri e di oggi. Nel poster, di dimensione 2x3 metri, era raffigurato un cielo blu con stelle rosse su cui si stagliavano due figure: una partigiana del 1945, armata e fiera, e una partigiana del 2025, con il volto coperto da un fazzoletto rosa. Un’immagine, corredata dalla scritta «nella notte ci guidano le stelle», con cui l’artista voleva sottolineare e rivendicare la continuità della lotta di liberazione e le nuove sfide che ci attendono nel presente. Dove era affisso il manifesto sono invece apparsi adesivi con scritte pro Israele ed un leone che si staglia davanti alla bandiera con la stella di David.
Un finale ancora peggiore per l’installazione artistica dedicata a Handala, il bambino ideato dal fumettista palestinese Naji al-Ali divenuto simbolo delle atrocità commesse sui bambini a Gaza. L’opera, situata in largo delle Sette chiese, era stata inaugurata il 29 novembre come condanna e opera di sensibilizzazione sulla strage in corso in Palestina. I paletti di legno, parte dell’installazione, sono stati divelti e lasciati alla rinfusa sul marciapiede dove fino a poche ore prima sorgeva l’opera. Sul retro della sagoma del bambino, invece, campeggiano adesso due adesivi pro-Israele.
Oltre a constatare la devastazione causata dalle azioni avvenute nella notte tra domenica e lunedì 28 aprile, sono stati trovati anche altri adesivi inneggianti alla “gloria di Israele” sul portone del centro sociale La Strada. Non è certo al momento se i due fatti siano connessi.
Le reazioni
Non è la prima volta che nel quartiere si registrano attacchi del genere. Già a febbraio le attiviste e gli attivisti de La Strada avevano annunciato episodi simili rivendicati dalla “Brigata Vitali”. «Questi atti, che colpiscono una comunità ampia e plurale – si legge nel comunicato sui social –fieramente antifascista e attiva da sempre in solidarietà con il popolo palestinese, da mesi si intervallano senza sosta. Per questo, continueremo dopo questa notte con ancora più forza a raccontare gli orrori della guerra di 80 anni fa, così come di quelle in corso oggi; continueremo a denunciare e ad opporci al genocidio in corso a Gaza e a difendere l'umanità in ogni parte della terra, contro ogni violenza e contro ogni tentativo di revisionismo».
Dura anche la presa di posizione del presidente del Municipio VIII, Amedeo Ciaccheri, che sottolinea come non si tratti solamente di «un’offesa a dei luoghi fisici e a un’opera d'arte che richiama valori di libertà, democrazia e pace , ma anche una intimidazione alla libera espressione culturale e democratica».
Una condanna chiara accompagnata da un appello alle istituzioni cittadine: «Lavoriamo per estirpare dalla nostra città il veleno dell’odio – ha detto – e ciascuno faccia la propria parte per costruire una capitale di pace di fronte a scenari di massacro e guerra globali che toccano nel profondo anche le nostre coscienze. La nostra comunità non si lascerà scoraggiare».
Ferma condanna anche da parte delle locali sezioni dell’Anpi contro «ogni squadrismo atto ad intimorire chi porta avanti le lotte per un mondo più giusto e senza guerre, uccisioni, sopraffazioni e atti contro l'umanità». «Nessuno si farà intimorire – si legge in un comunicato diffuso dall’associazione – ma saremo sempre uniti nella sorellanza e fratellanza che le partigiane e i partigiani sperimentarono prima di noi e che ci hanno indicato come unico modo per vincere l'odio e l'intolleranza, il razzismo ed il sessismo».
© Riproduzione riservata