Mercoledì mattina, attorno alle 9, quattordici attivisti di Ultima generazione hanno bloccato la tangenziale a Roma, all’altezza del Ponte delle Valli, in direzione San Giovanni. Quattro di loro si sono calati dal ponte con delle funi da scalatore. La polizia ha portato in commissariato gli altri manifestanti, che intanto avevano interrotto il traffico in strada. Le operazioni per far scendere i giovani ecologisti appesi al ponte hanno, invece, richiesto più tempo. Lo striscione, esibito da quanti erano sorretti dalle imbracature, recitava: «Non paghiamo il fossile». 

Tutti gli attivisti rischiano denunce per blocco stradale e interruzione di pubblico servizio, oltre che per manifestazione non autorizzata.

Le proteste continuano

LaPresse
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Gli automobilisti, rimasti bloccati sulla tangenziale, hanno insultato i manifestanti, che hanno replicato ribadendo la responsabilità del governo nei disastri climatici in corso. In questi giorni, a seguito dei gravi danni riportati per il maltempo in varie regioni italiane – soprattutto Emilia-Romagna e Marche – sono diversi gli utenti sui social che hanno ribadito l’importanza delle proteste portate avanti dagli attivisti climatici. 

Le altre mobilitazioni

Accanto a chi incoraggia le dimostrazioni dei giovani ecologisti, però, c’è chi sottolinea i danni o i disagi, legati alle modalità con cui vengono svolte queste proteste. Alcuni utenti social ironizzano sulle forti piogge che finalmente porteranno via la vernice lavabile, diverse volte impiegata da Ultima generazione su alcuni monumenti, come nel caso di Firenze.

Quella di mercoledì mattina è, infatti, l’ultima di una serie di azioni che gli attivisti hanno intrapreso di recente in Italia, spesso suscitando l’indignazione dell’opinione pubblica. Tra aprile e maggio, a Roma Ultima generazione ha attratto molte critiche per la dimostrazione nella fontana della Barcaccia, a piazza di Spagna, e per un’altra protesta al centro in cui delle attiviste si sono spogliate per strada. 

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