Madeleine Boll ha 72 anni e non avrebbe mai immaginato di poter ispirare la mascotte dei campionai europei femminili che si stanno tenendo in Svizzera, il suo paese. Lei è stata la prima donna ad aver ottenuto una licenza per giocare. Grazie a un equivoco. La federazione credette che il suo nome puntato fosse quello di un maschio
Sullo sfondo il St. Jakob-Park di Basilea si sta riempiendo. Al fischio d’inizio gli spettatori saranno 34.063, record per una gara femminile nel paese. Si gioca Norvegia-Svizzera, prima gara della nazionale ospitante e a fare gli onori di casa è una padrona d’eccezione: Madeleine Boll, la prima donna ad aver ottenuto una licenza per giocare a calcio in Svizzera.
Boll ha 72 anni e forse non avrebbe mai immaginato di dare il nome alla mascotte di un torneo femminile di calcio a cui partecipano le migliori squadre del continente. Invece eccola qui, maglia rossocrociata e sorriso felice sotto i capelli bianchi, che tiene in mano Maddli, un peluche di cucciolo di San Bernardo, in televisione, prima della partita d’esordio della sua nazionale.
Maddli è la mascotte ufficiale di Euro 2025. È stato scelto il San Bernardo perché è un cane svizzero famoso in tutto il mondo per coraggio e mitezza. Abitante dei territori alpini è un’ottima guida per scalare «le vette delle emozioni», slogan del torneo. E quale nome migliore da scegliere se non quello di una pioniera del calcio svizzero?
Madeleine Boll negli anni ‘50 è ‘‘Mado’’, una bambina di un villaggio nel cantone Vallese, non lontano da Sion. Inizia a giocare a calcio perché per lei è la cosa più naturale del mondo. La sua fortuna è stata avere una famiglia che non l’ha mai ostacolata. Giocare con i pari età maschi non è mai stato un problema, né per lei, né per i compagni di squadra. Anche gli allenatori, prima ancora di intuirne le capacità, l'hanno sempre supportata. Il calcio per la giovane Madeleine è stato quindi normalità, fino a quando la sua storia non è uscita fuori dai confini elvetici.
La licenza
Boll gioca nella squadra di allievi del Sion, grazie alla mediazione del suo compagno di scuola Gilbert, e per poterlo fare ha dovuto ricevere una licenza dalla Federazione nazionale. Tutto perfettamente in regola. Il 15 settembre 1965 però, quando ha 12 anni, le selezioni giovanili di Sion e Galatasary disputano una partita prima della sfida di Coppa delle Coppe tra le prime squadre.
Per l’occasione giungono in Svizzera giornalisti da tutto il mondo e appena si accorgono che in campo c’è una ragazza fanno scoppiare lo scandalo. Si scopre così che la Federazione non era stata lungimirante, aveva solo commesso un errore: chi concesse il patentino a Boll scambiò il suo nome, forse scritto puntato, per quello di un ragazzo. Una storia che ricorda un po’ quella di Kathrine Switzer, la prima donna che partecipò ufficialmente alla maratona di Boston, iscrivendosi come K.V. Switzer. In ogni caso: licenza ritirata, ma non fine dei giochi.
Madeleine Boll passa a giocare nei campionati scolastici, intanto il calcio femminile svizzero inizia a muovere i primi passi (la Lega nazionale nasce nell’aprile 1970) e tra gli addetti ai lavori c’è anche suo papà. Alla centrocampista arrivano chiamate dall’Italia, uno dei migliori posti per il calcio femminile in quegli anni. Mado però è ancora giovane, deve completare gli studi, così fa la spola tra la Svizzera e l’Italia per non rinunciare a nulla: in settimana si allena a casa, nel weekend scende in campo in Italia.
Gioca nel Gommagomma Meda, nella Real Juventus, nel Falchi Crescentinese e nel Falchi Astro, vincendo due campionati Italiani e una Coppa Italia. Le offrono l’opportunità di giocare anche per la nazionale azzurra, ma lei, da svizzera, rifiuta e dieci anni dopo la partita della licenza decide di tornare a casa, nel suo Sion, con cui conquista le prime due edizioni della Coppa Svizzera.
Nonostante il ritiro a soli 25 anni, per non sacrificare la vita oltre il calcio visti i continui spostamenti, Boll vanta una buona carriera nella nazionale elvetica di cui ha indossato la fascia da capitana e scritto le prime pagine di storia. In un’intervista di pochi anni fa aveva confessato che il suo sogno era vedere l’Europeo in Svizzera. L’Europeo femminile di calcio si sta giocando in Svizzera, nel nome di Madeleine Boll.
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