È atteso per le 17 di oggi l’arrivo nella capitale dei trattori in occasione del sit-in di protesta organizzato dal movimento Riscatto agricolo. Da sette giorni gli agricoltori con i loro trattori bloccano le strade in segno di protesta contro le misure del governo nel settore agricolo. Chiedono salari equi, l'abolizione delle tasse sul carburante e l'aumento del prezzo del latte, meno norme ambientali e più controlli sulle specie dannose, come i cinghiali.

Sono partiti alle 7 di questa mattina dal presidio nei pressi del casello Valdichiana dell'A1, in un terreno vicino a un outlet nel Comune di Foiano della Chiana (Arezzo). Il cordone, composto da circa 250 trattori, arriverà a Rom attraverso la Cassia, dove si aggregheranno il resto dei trattori provenienti da tutta Italia. Il nuovo presidio è allestito in zona Nomentano.

«Porteremo la nostra protesta nella Capitale – ha detto uno dei portavoce di Riscatto Agricolo, Salvatore Fais – andiamo avanti in attesa di risposte concrete».

«Attendiamo circa duemila trattori per la grande mobilitazione a Roma. Stasera, dopo un incontro in Questura, annunceremo la data», ha detto Danilo Calvani, leader del “Cra Agricoltori” che sta guidando la protesta. «Alcuni presidi si sono già formati: a Valmontone, Civitavecchia e Torrimpientra». E in merito agli agricoltori partiti stamattina dalla Valdichiana spiega: «È un gruppo autonomo, Quando arriveranno a Roma, se vorranno, saremo pronti ad accoglierli». Non solo Roma, oltre 200 trattori si sono radunati questa mattina alle porte di Torino, tra Rivoli e Orbassano, poco distante dalla tangenziale. In tutto il paese sono in corso sit-in di protesta.

Cosa ha detto Meloni

«Molta della rabbia degli agricoltori arriva da una lettura ideologica della transizione ecologica, che ha pensato di poter difendere l'ambiente combattendo gli agricoltori». Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un punto stampa a Tokyo dove è in visita.

«Questa non è la mia visione: penso che invece gli agricoltori siano fondamentali e debbano essere coinvolti all'interno della transizione ecologica, se vogliamo che questa funzioni, perché sono sicuramente persone attente alle dinamiche ambientali e a far sì che la nostra natura possa trovarsi nella migliore condizione possibile».

«Abbiamo sempre incontrato gli agricoltori, dall'inizio del nostro mandato il mondo agricolo è uno dei principali ambiti ai quali abbiamo rivolto la nostra attenzione. Lo dimostrano i fatti: con le leggi di bilancio abbiamo aumentato le risorse per gli agricoltori, quando abbiamo rinegoziato il Pnrr abbiamo portato le risorse per gli agricoltori da 5 a 8 miliardi», ha aggiunto Meloni. «Chiaramente si può sempre lavorare per fare meglio, sono sempre disposta ad ascoltare le istanze che arrivano da lavoratori che per noi sono fondamentali».

Legambiente

«Il Green deal non è il nemico, ma un alleato strategico del mondo agricolo. Gli agricoltori devono essere consapevoli che dal Green deal passa il loro futuro e non la loro fine. I veri nemici sono l’emergenza climatica, chi difende le fossili e rallenta la transizione ecologica, strumentalizzando le legittime e indiscutibili ragioni di chi opera nel settore», ha detto Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente.

«Detto ciò – continua – è evidente che le manifestazioni di questi giorni fanno il gioco della lobby delle fossili e dei partiti contrari alla decarbonizzazione, in vista delle elezioni europee del prossimo giugno, ma mettere in discussione le strategie Ue come la From farm to fork e la Biodiversity 2030 significa stravolgerne completamente i presupposti. Così come è una fake news dire che il Green Deal possa provocare danni economici a livello europeo e all’attività agricola italiana. Ciò che chiede l’Europa è esattamente ciò di cui l’agricoltura ha bisogno per poter sopravvivere. Occorre creare le basi per una forte alleanza tra il mondo agricolo e mondo ambientalista proprio perché gli agricoltori sono i protagonisti principali di un cambiamento in chiave ecologica dell’intero settore, ma per fare ciò occorre garantire reddito alle tante piccole e medie aziende che oggi sono sopraffatte dalla crisi economica, dagli effetti dei cambiamenti climatici e dalle speculazioni sul prezzo dei prodotti agricoli».

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