La tradizione inglese degli Street party ha da poco compiuto cent’anni ed è stata rilanciata all’ennesima potenza lo scorso maggio con l’incoronazione di Re Carlo: le feste di quartiere sono una modalità 100 per cento British di celebrare eventi importanti e nell’epoca dei social network continuano a coinvolgere migliaia di persone.

Il primo tè della pace

A chi non piace partecipare a feste e picnic all’aperto? O meglio ancora organizzarli? Preparare tovaglie, tovaglioli, bicchieri, decorazioni e inviti, pensare a giochi, canzoni e travestimenti? Nel Regno Unito i bambini hanno la possibilità di dedicarsi a tutto questo non solo per il loro compleanno, ma per tutte le feste nazionali – o quasi – e ogni volta che si desidera organizzare una festa di quartiere. Questo tipo di avvenimenti è talmente popolare da avere addirittura una sezione dedicata sul sito del governo ed essere regolamentato per legge, con normative che invitano i comuni e gli enti locali a rendere fattibile e il più rapida possibile l’organizzazione degli street party, cioè le feste di quartiere.

Sono un’occasione di aggregazione che nasce dopo anni di sofferenza, proprio alla fine della prima guerra mondiale e dell’influenza spagnola. La grande guerra terminò sì nel 1918, ma il trattato di Versailles – il trattato ufficiale di pace- fu firmato a fine giugno del 1919: quale occasione migliore per battezzare un giorno sul calendario e dedicarlo ufficialmente alle celebrazioni per la fine della guerra? Il 19 luglio 1919 fu una giornata di parate e di festa nel Regno Unito, uno dei modi per non dimenticare che i soldati caduti in battaglia avevano lasciato mogli e figli, fu quello di organizzare dei tè pomeridiani con le vedove e gli orfani, vere e proprie festicciole in cui più piccoli potevano finalmente mangiare leccornie senza doversi preoccupare di razionare il cibo.

Purtroppo però, i tempi che seguirono la prima guerra mondiale nonostante la pace furono altrettanto duri e sembra non esserci stato nessun altro street party fino al 1937, per i festeggiamenti per l’incoronazione di Re Giorgio VI (il papà della defunta regina Elisabetta e nonno dell’attuale Re Carlo) : risalgono all’epoca le prime foto di questi grandi eventi per strada che da peace tea passarono a essere chiamati street parties, proprio perché la gente scendeva in strada per festeggiare. La seconda guerra mondiale qualche anno dopo ovviamente impose austerità e razionamenti, tranne nel 1945 per celebrare – di nuovo – la fine della guerra.

Da Elisabetta II a Carlo III

Fu nel 1953 che esplosero i veri festeggiamenti per l’incoronazione della regina Elisabetta II, la prima trasmessa in mondovisione: le persone si riunirono per le strade del regno celebrando con lunghe tavolate e picnic questa giovane ragazza che saliva al trono, la prima donna dopo decenni. Per l’occasione fu creato un vero e proprio piatto nel menu ufficiale di Buckingham Palace: il coronation chicken o (dato che il menu delle occasioni ufficiali della famiglia reale è sempre in francese) il poulet reine Elizabeth. Si tratta in realtà di un semplice pollo al curry, ma con una crema che rende il sapore molto delicato e tutt’ora fa parte della tradizione inglese, tanto da essere diventato un ripieno per i sandwich: anziché i panini cotto e fontina, gli inglesi mangiano quelli farciti al coronation chicken!

Negli anni a venire, tutte le volte che la famiglia reale festeggiava un avvenimento importante, come i giubilei della regina, i compleanni o i matrimoni, al pranzo ufficiale a palazzo si accompagnarono centinaia di pranzi di quartiere per le strade di tutto il paese e del Commonwealth.

Lo scorso 6 maggio, per l’incoronazione di Re Carlo III la famiglia reale ha rilasciato un comunicato che diceva: «Ci si aspetta si terranno migliaia di eventi in ogni angolo del Regno Unito per far sì che le persone si uniscano ai festeggiamenti nei loro quartieri, parchi, giardini e comunità. Invitando quindi tutti a scendere in strada per festeggiare». Non si è esaurito tutto quel giorno, ma i party sono durati tutto il mese e non solo per le strade.

Venerdì 5 maggio centinaia di mense scolastiche in lungo e largo hanno scelto di celebrare pranzando come negli street party, quindi con tavolate all’aperto e con menu speciali: panini, salatini, quiche (torte salate) e desserts a volontà, come la Victoria sponge cake, la famosa torta sandwich farcita con marmellata di lamponi e panna montata.

Sbandieriamo

La parte forse più riconoscibile degli street party inglesi – oltre agli immancabili sandwich – sono le bandierine fissate a finestre, porte, lampioni, gazebi, porticati e appese lungo un filo o corda. Rappresentano spesso la Union Jack, la bandiera del Regno Unito, quando le occasioni sono di festa nazionale, ma possono essere a tema per qualsiasi altro tipo di festeggiamento.

L’arte di creare e decorare gli spazi con queste bandierine è detta bunting: negli ultimi anni anche attraverso siti web di scambio di idee e l’utilizzo di materiali riciclabili è diventata una parte fondamentale delle feste di quartiere, quasi quanto il cibo.

Il prossimo? 

Data l’altissima partecipazione agli street parties per le feste nazionali, nel 2009 Eden Project – un’organizzazione benefica che si occupa di coniugare natura ed esperienze in gruppo – ha pensato che non era necessario attendere eventi importanti per stimolare le comunità a riunirsi e pranzare insieme una volta all’anno. Ha così creato il Big Lunch annuale: in un weekend designato con mesi di anticipo si tiene un grande pranzo sottoforma di street party contemporaneamente in tutta la nazione, senza bisogno di festeggiare incoronazioni o royal wedding.

La partecipazione è sempre altissima e i dati dicono che per chi partecipa, questo semplice scambio di cibo e chiacchiere tra vicini ha contribuito a creare un forte senso di comunità, di appartenenza, di abbattimento delle differenze e diminuzione della solitudine. Le date previste per il 2024 sono l’ 1 e 2 giugno prossimi!

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