Oggi è il centesimo giorno dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Domani segue tutte le notizie con un liveblog. Clicca qui per vedere gli ultimi aggiornamenti.

Cosa c’è da sapere

  • Il presidente dell’Unione africana ha incontrato oggi il Putin e gli ha chiesto di lasciar partire il grano ucraino bloccato nei porti del Mar Nero
  • «Non c’è e non ci sarà un vincitore di questa guerra», ha detto oggi Amin Awad, vice segretario generale delle Nazioni Unite.
  • Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dice che attualmente la Russia occupa circa il 20 per cento dell’Ucraina.
  • Si continua a combattere nella città di Severodonetsk, nella regione di Luhansk, dove i russi controllano quasi completamente la città.
  • Il segretario della Nato Jens Stoltenberg ha detto che quella in Ucraia sarà una «lunga guerra d’attrito».
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18.40 – Non è ancora chiaro chi abbia aperto il fuoco sull’auto dove si trovavano due giornalisti di Reuters, ferendo entrambi e uccidendo il loro autista. L’agenzia precisa che il veicolo era stato fornito dai cosiddetti separatisti filorussi del Donbass che avevano anche indicato l’autista. Al momento dell’attacco, il gruppo si stava dirigendo a Severodonetsk, la città dove al momento i combattimenti sono più intensi.


18.10 – Due giornalisti della Reuters sono stati leggermente feriti in Ucraina, mentre il loro autista è stato ucciso.


18.00 – Parlando con i giornalisti dopo la conferenza stampa, il presidente dell’Unione africana Sall ha detto che Putin ha privatamente espresso il suo desiderio di facilitare le esportazioni di cereali verso l’Africa. Sono ormai diverse settimane che si parla di possibili accordi in questo senso. Italia, Turchia, Lituania e molti altri hanno tutti proposto diverse soluzioni e tentato varie soluzioni diplomatiche e meno diplomatiche. Per il momento, però, circa 20 milioni di tonnellate di grano restano bloccate nei porti ucraini.

17.30 – Il presidente dell’Unione africana incontra Putin

Il presidente del Senegal Macky Sall, che al momento ricopre anche l’incarico di presidente dell’Unione africana, ha incontrato oggi il presidente russo Vladimir Putin a Sochi, in Russia, e gli ha chiesto di lasciar partire il grano ucraino bloccato nei porti del Mar Nero, aiutando così a risolvere la crisi alimentare che incombe su parte dell’Africa e dell’Asia. Sall ha parlato anche del ruolo delle sanzioni alla Russia che, impedendo le esportazioni di cereali dal paese guidato da Putin, peggiorano ulteriormente la situazione alimentare del continente. «I nostri paesi sono vittime di questa crisi a livello economico – ha detto Salla nella conferenza stampa con Putin – anche se siamo molto lontani dal teatro dei combattimenti».


15.30 – Il Cremlino: raggiunti alcuni obiettivi, non ci fermeremo

Il portavoce del presidente russo Vladimir Putin, Dimitri Peskov, ha parlato oggi con i giornalisti dei primi cento giorni di guerra in Ucraina. Peskov ha detto che la Russia ha raggiunto «alcuni dei suoi obiettivi» e che le operazioni proseguiranno fino alla vittoria. Tra gli obiettivi del conflitto, ha detto, c’è la protezione delle cosiddette repubbliche autonome di Donetsk e Luhansk, nell’Ucraina orientale. Le due repubbliche, di fatto governate direttamente da Mosca, sono di fatto indipendenti dall’Ucraina dal 2014. I combattimenti al momento sono concentrati nei loro territori, con le truppe russe che cercando di occupare militarmente l’intera area compresa nei confini amministrativi delle due regioni.


13.50 – L’ambasciatore russo sul viaggio di Salvini a Mosca

«Qualsiasi sforzo di mediazione dettato dal buon senso e da un sincero desiderio di raggiungere una soluzione politica potrebbe essere richiesto – ha detto oggi l’ambasciatore russo in Italia Sergei Razov – Il senatore Matteo Salvini è una figura politica nota in Russia, leader di un grande partito rappresentato in Parlamento e membro della coalizione di governo. Non ci sono stati ostacoli da parte nostra per il suo viaggio in Russia e i relativi contatti. Quanto alle discussioni negli ambienti politici italiani e sulla stampa di alcune questioni relative a questo viaggio, allora, sarete d'accordo, la Russia non c'entra niente».


12.30 – Il messaggio di Zelensky per i cento giorni di guerra

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha pubblicato un breve video sui cento giorni di guerra nel suo paese insieme ad alcuni dei suoi più stretti collaboratori. Zelensky conclude il suo messaggio dicendo che «la vittoria sarà nostra».

12.15 – Il ministero della Difesa britannico ha realizzato un’animazione che mostra l’avanzata delle truppe russe nelle prime settimane di guerra, la loro ritirata precipitosa ad aprile e poi il nuovo attacco in Donbass.


12.00 – La Russia prepara azioni sui media americani

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha convocato per lunedì i rappresentati dei media statunitensi che ancora si trovano in Russia per comunicargli, ha spiegato, le misure che saranno prese nei loro confronti in risposta alle restrizioni per media russi decise dagli Stati Uniti. «Se il lavoro dei media russi negli Stati Uniti non sarà normalizzato, seguiranno misure altrettanto stringenti in Russia», ha spiegato Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri.


10.45 – Per l’Onu la guerra non avrà vincitori.

Il vice segretario generale dell’Onu Amin Awad ha detto oggi che la guerra in Ucraina «non ha e non avrà vincitori». Dopo cento giorni di guerra «vediamo invece che cosa si è perso: vite umane, casa, posti di lavoro e prospettive future».


10.30 – A che punto è il percorso dell’Ucraina verso l’Unione Europea

Al Consiglio europeo della scorsa settimana, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha detto che l’Italia è uno dei pochissimi paesi membri che non si oppone alla concessione dello status di candidato ad entrare nell’Unione europea per l’Ucraina. Si tratta del primo passaggio formale per entrare a far parte dell’Unione e non prevede alcuna garanzia o automatismo (l’Albania, ad esempio, è candidata a entrare nell’Ue dal 2014). Il governo ucraino è impegnato in una intensa opera di diplomazia per ottenere questo status, ma i diplomatici europei restano scettici su questa possibilità. L’opposizione arriva soprattutto da Francia e Germania, i cui governi sono scettici sull’opportunità di concedere questo status rapidamente. Vari scenari alternativi sono allo studio, come riconoscere l’ingresso dell’Ucraina in una corsia preferenziale per arrivare poi successivamente allo status di candidato membro. Ma i diplomatici ucraini hanno già fatto sapere di ritenere questa alternativa insufficiente.


10.00 – L’importanza delle armi pesanti per l’Ucraina

Il giornalista ucraino Ilya Ponomarenko, uno dei più informati sulla situazione delle forze armate ucraine, ha raccontato sul Kyiv Independent il ruolo che le armi pesanti inviati dalla Nato in Ucraina, soprattutto cannoni e cannoni semoventi, stanno avendo nella battaglia per il Donbass, uno scontro dominato dall’artiglieria. Questa settimana, gli Stati Uniti hanno confermato l’invio in Ucraina di nuovi dispositivi lanciamissili molto avanzati che dovrebbe aumentare ulteriormente la capacità ucraina di contrastare l’artiglieria russa.


9.30 – Esercitazioni russe nel Pacifico

La flotta russa del Pacifico, con base a Vladivostok, ha annunciato l’inizio di una massiccia esercitazione che coinvolgerà oltre 40 navi per una settimana


9.00 – Cento giorni di guerra

Sono trascorsi esattamente cento giorni da quando lo scorso 24 febbraio, Putin ha ordinato l’inizio della cosiddetta “operazione militare speciale”: l’invasione dell’Ucraina. La situazione sul campo è al momento di stallo, con i combattimenti concentrati nell’est del paese, tra trincee e bombardamenti in modo non troppo diverso da quanto accadeva nella Prima guerra mondiale. Anche gli obiettivi dei contendenti si sono ridotti, per il momento. I russi si accontentano di conquistare la città di Severodonetsk, mentre gli ucraini cercano di ritardarne la caduta, infliggendo ai russi il massimo delle perdite.

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