I leader ucraini tornano a chiedere armi agli alleati occidentali, ma questa volta la richiesta ha un tono ancora più urgente e disperato. Le munizioni stanno finendo e con i combattimenti in Donbass che si sono trasformati in una specie di battaglia della Prima guerra mondiale, se gli ucraini esauriranno i proiettili per l’artiglieria, dicono che la situazione potrebbe precipitare in poco tempo.

I numeri

Un segno della gravità della situazione si può vedere nel fatto che gli ucraini hanno iniziato a fornire cifre e dati sulla loro situazione militare come fino a questo momento non avevano mai fatto. Nell’ultima settimana, ad esempio, hanno ammesso di perdere circa mille soldati al giorno tra morti e feriti.

Ora hanno iniziato a rivelare dettagli anche sulla delicata situazione delle artiglierie che si affrontano in Donbass, dove i combattimenti continuano a infuriare nella città di Severodonetsk.

Gli ucraini dicono che per ogni loro cannone o lanciamissili, i russi ne hanno dieci o quindici. Se in un giorno gli ucraini sparano tra i cinque e i seimila proiettili o razzi di artiglieria, i russi rispondono con circa 55mila. Sono cifre che rivelano un’intensità di combattimento che in Europa si ritrova soltanto nella Seconda guerra mondiale. Si capisce perché il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito i luoghi al centro dei combattimenti in queste settimane «città morte». A Severodonetsk, le autorità ucraine ritengono che oltre il 90 per cento degli edifici è ormai danneggiato e più di due terzi non potranno più essere riparati.

Le forniture

Gli alleati dell’Ucraina avevano capito per tempo che questa era la direzione nella quale si muoveva il conflitto e lo scorso aprile si sono accordati per ricostruire il parco di artiglieria dell’Ucraina e dotarlo di armi che utilizzano munizioni Nato, più facili da far arrivare nel paese (le munizioni del vecchio calibro sovietico sono praticamente introvabili e buona parte della vecchia artiglieria ucraina è così diventata pressoché inutilizzabile).

Ma anche queste nuove forniture si stanno rivelando insufficienti. Oleksandr Danylyuk, consulente del governo ucraino per le materie di difesa, ha detto al Washington Post che l’ultima consegna promessa dagli Stati Uniti, 220mila proiettili di artiglieria del calibro Nato, sono sufficienti a tenere testa al volume di fuoco russo per appena quattro giorni.

Che succede ora?

Sembra improbabile che nel breve periodo le consegne di armi e munizioni da parte della Nato, compresi i nuovi avanzati sistemi lanciamissili in arrivo da Stati Uniti, Germania, Regno Unito e altri paesi, possano cambiare la situazione.

Ma esperti e analisti militari, come quelli dell’Institute for the Study of War, ritengono che anche nello scenario peggiore difficilmente i russi potranno ottenere uno sfondamento e conquistare ampi territori. Alla loro superiorità in fatto di artiglieria corrisponde una grave mancanza di truppe di fanteria. Anche se il futuro dei combattimenti rimane imprevedibile, è probabile che i russi continueranno ad avanzare in modo lento e metodico, come avvenuto nelle ultime settimane.

 

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