Il conflitto si fa sempre più difficile per gli ucraini. Dopo tre mesi di resistenza e contrattacchi, la nuova offensiva russa concentrata in una piccola striscia di territorio nell’Ucraina orientale sta mettendo a dura prova le loro forze armate. Secondo una serie di nuove stime fornite dal governo, le perdite di soldati potrebbero arrivare fino a mille al giorno, compresi morti e feriti.

Le stime

La situazione degli ucraini si è fatta sempre più difficile nelle ultime settimane. Il primo giugno, il presidente Volodymyr Zelensky aveva parlato di 60-100 soldati uccisi al giorno, più altri seicento feriti. Questa settimana, il suo consigliere Oleksiy Arestovych ha parlato di 150 morti e 800 feriti. Ieri, Mykhaylo Podolyak, un altro consigliere, ha detto che i soldati uccisi potrebbero essere fino a 200. Aggiungendo alle cifre dei morti quelle dei feriti, che in genere sono tre o quattro volte superiori, si arriva a un totale massimo di mille soldati persi per varie cause ogni giorno.

Si tratta di un bilancio che rivela un’intensità di combattimento che in Europa probabilmente non si vedeva dalla Seconda guerra mondiale. Una prova difficile da superare per qualsiasi esercito, compreso quello ucraino, che ha mobilitato la sua popolazione e che quindi dovrebbe disporre di un flusso di riserve. Secondo alcune stime, le forze armate ucraine potrebbero avere fino a mezzo milione di soldati a disposizione. Ma questi numeri comprendono truppe di seconda linea, addetti alla logistica e probabilmente un alto numero di riservisti in addestramento. Le perdite, che potrebbero ammontare fino a 20mila in un mese, colpiscono invece le truppe di prima linea, la cui disponibilità è molto più ridotta.

Come la Grande guerra

Analisti ed esperti sono concordi nel dire che i combattimenti nel Donbass somigliano sempre di più agli scontri della Prima guerra mondiale, con massicci bombardamenti di artiglieria su posizioni fortificate seguiti da assalti di fanteria.

È un tipo di guerra in cui i russi hanno un netto vantaggio e questo potrebbe spiegare l’aumento delle perdite degli ucraini e la loro maggiore disponibilità a parlarne apertamente. Ieri, ad esempio, l’intelligence militare ucraina ha rivelato una serie di cifre sulla situazione in fatto di artiglieria. I russi avrebbero una superiorità di 10-15 cannoni e lanciamissili per ogni equivalente ucraino; l’artiglieria ucraina utilizzerebbe circa 6mila proiettili al giorno e avrebbe ormai terminato quelli adatti ai suoi cannoni di epoca sovietica e sarebbe costretta a usare solo quelli forniti recentemente dalla Nato.

«Dateci più armi»

Questa situazione ha spinto gli ucraini a una concertata offensiva diplomatica per chiedere alla Nato più armi e più in fretta. Dallo stesso Zelensky, passando per i suoi consiglieri, fino al ministro della Difesa, che a sorpresa ieri si è incontrato a Kiev con il suo omologo britannico, la leadership del paese ha detto negli ultimi giorni che le attuali consegne non sono sufficienti a fermare i russi. In un’intervista al Guardian, il capo dell’intelligence militare ucraina Vadym Skibitsky è stato esplicito: «Ora tutto dipende dalle armi che ci darete».

Vittime civili

Secondo le Nazioni unite sono almeno 4.302 i civili uccisi dall’inizio del conflitto, mentre altri 5.217 sarebbero feriti. L’Onu fa sapere che queste sono cifre confermate, mentre quelle reali sono probabilmente più alte. 

Mariupol

Il sindaco in esilio della città di Mariupol, occupata da russi a maggio, dice che presto in città potrebbe scoppiare un’epidemia di colera e migliaia di persone rischiano di morire se le riserve d’acqua saranno contaminate.

Severodonetsk

Nella città al centro dei combattimenti in Ucraina orientale gli scontri proseguono e dopo giorni di cattive notizie, gli ucraini sostengono di aver respinto diversi attacchi e di essere riusciti a rioccupare parte del centro città. Ma i russi continuano a cercare di circondare la guarnigione.

Kherson

Gli ucraini sostengono di aver condotto un attacco aereo nella città di Kherson, la principale città occupata dai russi nel sud dell’Ucraina. L’attacco fa parte di un tentativo in corso da giorni di distrarre l’attenzione russa dal fronte orientale con un’offensiva da sud e da ovest.

 

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