- La decisione di non somministrare AstraZeneca a chi ha meno di 60 anni, nemmeno se ha già ricevuto la prima dose, pone nuove difficoltà al piano vaccinale.
- Ci sono pochi studi sulla vaccinazione con seconda dose “eterologa”, ma sono positivi. Il problema è soprattutto che in questo modo milioni di dosi di vaccini rischiano di non venire utilizzate.
- Si tratta di un problema, soprattutto per l’arrivo della variante Delta: più contagiosa, più letale e soprattutto, maggiormente in grado di oltrepassare le protezioni fornite dalla prima dose di vaccino. Oggi è più importante che mai vaccinare più persone possibili con due dosi.
La decisione di sospendere la somministrazione di AstraZeneca a chi ha meno di 60 anni, comprese le seconde dosi, e il concomitante arrivo della variante Delta, più contagiosa e in grado di sfuggire con maggiore efficace alla protezione fornite dalla prima dose di vaccino, rappresentano le due principali sfide per la riuscita del piano vaccini. Seconda dose eterologa La decisione di sospendere le vaccinazioni con AstraZenca a chi ha meno di 60 anni è arrivata la settimana scorsa, dopo la sc



