Questa settimana al centro del dibattito ancora il referendum, con la creazione di nuovi comitati del sì e del no, e il carcere: una donna è morta a Rebibbia, in concomitanza con il Giubileo dei detenuti
Care lettrici, cari lettori
questa è la settimana in cui l’organizzazione dei comitati e dei coordinamenti per il referendum sta prendendo piede. I sostenitori del sì e del no si stanno organizzando e in newsletter trovate tutte le novità.
E’ stata anche la settimana di Atreju, la festa organizzata da Fratelli d’Italia a Roma, dove si è svolto anche un dibattito sulla separazione delle carriere molto acceso, a cui ha preso parte anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio. La coda polemica dà la dimensione del clima.
Questa settimana, inoltre, segna il terzo anno dal cosiddetto Qatargate: il caso che ha travolto Bruxelles è ancora fermo e, anzi, gli indagatori rischiano di diventare indagati. Qui per sapere a che punto siamo.
Infine, torna il tema mai veramente affrontato dal governo che è il carcere. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, è tornato a proporre un mini-indulto a cavallo del Natale, ma in maggioranza non esiste spazio di ascolto in questa direzione, nonostante il pulpito qualificato.
la data del referendum
Ancora incerta è la data precisa in cui si svolgerà il referendum della giustizia. Ad Atreju, il ministro Carlo Nordio ha detto che «sarà nel mese di marzo, i tempi sono quelli e sono previsti dalla Costituzione». La volontà del centrodestra di celebrarlo a inizio mese, però, ha provocato reazioni.
Questione giustizia, la rivista di Md, con un editoriale di Nello Rossi ha spiegato che «per quanto possa apparire suggestiva, in virtù del suo ancoraggio all'art. 15 della legge del 1970, l'interpretazione che potremmo definire 'anticipatrice' contrasta con le norme della Costituzione in tema di referendum confermativo, con la logica propria dell'istituto referendario e con la meditata prassi costituzionale che in questa materia si è formata. Come è noto il secondo comma dell'art. 138 della Costituzione individua una pluralità di soggetti legittimati a presentare la domanda di referendum popolare di una legge di revisione costituzionale e stabilisce che questi soggetti possono esercitare tale facoltà 'entro tre mesi' dalla pubblicazione della legge di revisione» e «lo spazio temporale di tre mesi per la presentazione della domanda di referendum deve essere considerato interamente a disposizione di tutti e tre i soggetti menzionati nell'art. 138 della Costituzione. Ragionare diversamente significherebbe privilegiare una o più delle forme di iniziativa referendaria previste dalla Costituzione a scapito di quella popolare, più lunga e faticosa».
I comitati per il sì
I comitati per il Sì stanno prendendo forma.
Giovedì è stato presentato un Coordinamento istituito dall’Organismo congressuale forense, che riunisce tutte le associazioni forensi maggiormente rappresentative con l’obiettivo di creare una posizione unitaria dell’avvocatura.
Il Coordinatore dell’OCF Fedele Moretti ha spiegato che «non è una battaglia dal colore politico, né di destra né di sinistra, o contro la magistratura: è una scelta per la qualità della giustizia e per la tutela dei diritti», sottolineando che «la riforma attribuisce all’avvocato l’importanza che l’inattuato art. 111 della Costituzione gli assegna, contrasta l’ideologia che è alla base della riforma Cartabia che marginalizza l’avvocatura. Si migliora la qualità delle decisioni garantendo che il giudice sia separato dall’influenza del pubblico ministero»
Na Napoli, invece, è nato il Comitato Polo Sud per il Sì, guidato dall'ex ministro dell'Università Ortensio Zecchino.
A Milano è stato costituito il Comitato per il Sì alla riforma costituzionale - Art. 111', un'iniziativa civica e culturale che riunisce avvocati, studiosi, professionisti, imprenditori ed esponenti della società civile con l'obiettivo di accompagnare, in modo serio e documentato, il dibattito pubblico sul referendum. Presidente è stato nominato Antonino La Lumia, avvocato e presidente dell'Ordine degli avvocati di Milano; vicepresidenti saranno la professoressa Marilisa D'Amico, ordinario di Diritto Costituzionale alla Statale di Milano, e l'avvocato Enrico Giarda, penalista e consigliere dell'Ordine degli avvocati di Milano; coordinatore e segretario saranno rispettivamente gli avvocati Pier Filippo Giuggioli, componente del Consiglio giudiziario di Milano, e Alessandro Mazzone, componente dell'Organismo congressuale forense.
A Roma, invece, è nato il comitato per il Sì intitolato a Giuliano Vassalli e promosso da esponenti di area socialista tra cui Gennaro Acquaviva, presidente della Fondazione Socialismo, Claudio Martelli, Bobo Craxi.
Anche l’associazione vicina al Pd, Libertà Eguale, si è schierata per il sì e ha pubblicato un vademecum per il Sì del professor Carlo Fusaro.
i comitati per il no
Anche i comitati per il No si stanno organizzando.
A Napoli l’associazione "Non è mai troppo tardi" con il presidente Luigi Riello, già procuratore generale presso la Corte d’Appello di Napoli, e il vicepresidente Raimondo Pasquino, ex presidente del Consiglio comunale di Napoli e già rettore dell'università di Salerno, ha costituito un comitato per il no.
A Palermo, il presidente del comitato per il No è Alfredo Morvillo, magistrato in pensione, fratello di Francesca, uccisa insieme a Giovanni Falcone nella strage di Capaci.
A Genova coordinatrice sarà Alessandra Galli, magistrato, figlia del giudice Guido Galli, ucciso nel 1980 dai terroristi di Prima Linea.
A Roma la guida del Comitato 'Giusto dire No' Lazio è affidata a Giuseppe Santalucia, ex presidente dell'Anm. A Firenze, invece, al vertice ci sono Giuseppe Campanelli, professore dell'Università di Pisa e Chiara Favilli, ordinaria di diritto dell'Unione europea nel capoluogo toscano.
A Roma infine Giovanna De Minico, docente di diritto costituzionale all'Università di Napoli e Massimo Siclari, Università Roma Tre.
A Milano, infine, si è svolta la presentazione del comitato per il No nel palazzo di giustizia, con un dibattito con il professore di procedura penale Mitja Gialuz e l’avvocato Giuseppe Iannaccone. Il comitato è presieduto dall’ex magistrato Guglielmo Leo.
l’ufficio del processo
La situazione dei funzionari dell’Ufficio per il processo è sempre più in bilico: il ministero non ha ancora dato informazioni sulle prospettive di stabilizzazioni e il tempo è quasi scaduto. Qui trovate un approfondimento.
Intanto, il Comitato Nazionale Funzionari UPP ha organizzato in cassazione il convegno "La giustizia italiana oltre il PNRR: quale futuro per l'ufficio per il processo", al quale parteciperanno Funzionari U.P.P. provenienti da tutto il territorio nazionale.
A poco più di sei mesi dalla deadline del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (P.N.R.R.), l’evento ha posto attenzione sul destino dell’Ufficio per il processo e dei circa 12.000 precari della giustizia (funzionari UPP, funzionari tecnici e data entry), i cui contratti scadranno il 30 giugno 2026 e oggi chiedono certezze sul loro futuro. Al dibattito sono intervenuti: Stefano Mogini, Segretario Generale della Corte di Cassazione, Chiara Salvatori, componente della Giunta Esecutiva Centrale dell’ANM; Rosalba Natali, Presidente dell’Associazione Dirigenti Giustizia; Marco Bisogni, Coordinatore del Tavolo Paritetico CSM - Ministero della Giustizia, Roberto Fontana della Settima Commissione del CSM, nonché il Viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto.
la riforma forense
ProfessionItaliane ha chiesto di modificare le norme della Riforma dell'Ordinamento Forense (fortemente voluta dal Consiglio nazionale forense) che prevedono l'ampliamento delle competenze riservate agli avvocati, che considerano a discapito delle altre professioni ordinistiche.
L'Associazione, che riunisce 22 ordini e collegi professionali, è stata ascoltata lo scorso 2 dicembre dalla Commissione Giustizia della Camera e ha sollevato preoccupazioni per il massiccio rafforzamento della riserva delle competenze in capo agli avvocati previsto all'art. 2 dal DDL: dall'estensione della riserva di assistenza, rappresentanza e difesa davanti a tutti gli organi giurisdizionali al riconoscimento della consulenza legale come competenza esclusiva dell'avvocatura, fino alla nullità delle pattuizioni per prestazioni di consulenza o assistenza legale svolte da professionisti non iscritti all'albo, se connesse ad attività giurisdizionali.
patrocinio a spese dello stato
Il Consiglio Nazionale Forense ha espresso forte contrarietà all’art. 129, comma 10, del ddl Bilancio, che condiziona il pagamento dei compensi dei liberi professionisti alla verifica della loro regolarità fiscale e contributiva, e ha invitato il governo a ritirarla.
La misura, contenuta nella proposta di legge di Bilancio, è stata definita «una misura vessatoria e discriminatoria, che lede il diritto al lavoro in una fase economica già critica per i ceti professionali, viola il principio costituzionale di eguaglianza e la direttiva europea 2011/7/UE sui ritardi di pagamento, e crea una disparità ingiustificata tra chi opera con clienti privati e chi lavora con la PA, prevedendo il blocco dei compensi anche in presenza di irregolarità solo contestate o non definitive».
giubileo dei detenuti
A partire da oggi e fino al 14 dicembre si terrà a Roma il Giubileo dei Detenuti, che culminerà domenica con la celebrazione della messa presieduta da Papa Leone XIV nella Basilica di S. Pietro.
L’occasione doveva essere di speranza, invece a ripresentare ancora una volta alla politica il disagio e la tragedia delle carceri è stato il caso di una detenuta morta in carcere a Rebibbia, nella notte, per cause ancora da accertare.
Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha disposto il rinvio dei cosiddetti “giochi della speranza”, previsti in occasione del Giubileo della Speranza.
La polemica ad Atreju
Nel corso del dibattito sulla riforma della giustizia che si è svolto ad Atreju, la magistrata di Md, Silvia Albano, ha spiegato perchè dal suo punto di vista la riforma rafforza oltremodo il ruolo del pm e ha invitato «gli avvocati brava gente» a temere l’avvicinamento del pm alla polizia giudiziaria.
La locuzione non è piaciuta a Francesco Greco, presidente del Cnf, che le ha definite «parole che rivelano, da un lato, un evidente nervosismo sul quesito referendario relativo alla riforma e, dall'altro, il tentativo di inasprire il dibattito per trasformare quello che è un tema di riforma in uno scontro istituzionale con l'Avvocatura, scelta che poco si addice a un esponente della magistratura associata».
Il processo a Rosanna Natoli
La ex componente del Csm, Rosanna Natoli, è stata rinviata a giudizio dalla gup di Catania con l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio. La prima udienza del processo si terrà il 15 settembre del 2026.
Al centro del procedimento i fatti che hanno provocato le dimissioni della consigliera: la sua conversazione, registrata, con una giudice siciliana cui rivelò i contenuti di una camera di consiglio del Csm.
Il caso Borsellino
Il procuratore capo di Caltanissetta, Salvatore De Lucia, è stato audito davanti alla Commissione antimafia in merito alla strage di via D’Amelio. La sua procura, infatti, sta in questo momento portando avanti un’inchiesta sull’omicidio di Paolo Borsellino, con nuovi indagati, e che ha provocato un clima di forte tensione tra uffici giudiziari siciliani. La procura di Caltanissetta infatti sta indaganto sull’ipotesi che Giuseppe Pignatone, all'epoca sostituto, insieme al capo Pietro Giammanco (morto nel 2018), al collega Gioacchino Natoli e al il generale della guardia di finanza Stefano Screpanti abbiano in realtà deciso di coprire il tutto, stroncando sul nascere il filone mafia-appalti.
De Luca ha detto che «prima di ricominciare le indagini sul cosiddetto filone 'Mafia e appalti' ho ritenuto opportuno informare il Procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo» e proprio di questo filone ha parlato diffusamente, «gli altri filoni sono ancora in corso in una fase in cui è necessario attendere l'esito di ulteriori accertamenti».
L'arco cronologico di rilievo secondo l'ipotesi accusatoria «è quello in cui è stato procuratore Pietro Giammanco», dunque tra il 1990 e il 1992 e «riteniamo che vi siano molteplici e concreti indizi per affermare che la gestione del filone mafia e appalti presso la procura di Giammanco sia una delle concause della strage di via D'Amelio e vi sono elementi per ritenere che sia anche una delle concause della strage di Capaci».
Quanto alla ricostruzione, ha parlato di «due precondizioni e una concausa», «le precondizioni sono l'isolamento prima di Giovanni Falcone e poi di Paolo Borsellino nell'ambito della Procura di Palermo, la sovraesposizione prima di Giovanni Falcone e poi di Paolo Borsellino, presso la Procura di Palermo e non solo presso la Procura di Palermo». «Vi sono dei precisi indizi che emergono, fra le altre cose, sia dalle dichiarazioni rese a sommarie informazioni dall'attuale senatore Roberto Scarpinato all'ufficio, sia dal dall'esito di una intercettazione fra Gioacchino Natoli e il presidente Matteo Frasca, presidente della Corte d'appello di Palermo, sia dall'interrogatorio reso dal dottor Natoli».
Ha poi parlato anche del procuratore Giancarlo Caselli, nominato nel 1993: «Dà un nuovo impulso a certe indagini, non ha alcun interesse politico personale a bloccare le indagini o a rallentare o insabbiare le indagini su mafia e appalti».
De Luca si è soffermato anche sul ruolo dell’ex procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, oggi indagato: «Bisogna verificare se i dottori Pignatone e Giammanco, all'epoca sostituto e procuratore capo, abbiano avuto comportamenti inopportuni. Ovvero comportamenti che possano avere indotto i mafiosi a pensare che la procura di Palermo avesse un vertice malleabile». E ancora «a noi pare che questa situazione, che noi riteniamo di assoluta inopportunità, in cui hanno esercitato le loro funzioni, rispettivamente il procuratore Pietro Giammanco e il dottor Giuseppe Pignatone, abbia contribuito, e grandemente, a sovraesporre sia Giovanni Falcone che Paolo Borsellino».
nomine al csm
Uffici direttivi
Presidente tribunale sorveglianza L’Aquila: nominata Marta D’Eramo, attualmente magistrato sorveglianza Pescara
Procuratore Terni: nominato Antonio Laronga, attualmente sostituto procuratore Foggia
Presidente tribunale minorenni Milano: nominata Paola Ortolan, attualmente giudice tribunale minorenni Milano
Presidente tribunale minorenni Campobasso: nominata Simonetta Mancini, attualmente giudice tribunale minorenni Campobasso
Presidente tribunale minorenni Brescia: nominata Laura D’Urbino, attualmente giudice tribunale minorenni Brescia
Uffici semidirettivi
Presidente sezione corte appello Bologna: nominato Enrico Saracini, attualmente consigliere corte appello Bologna
Presidente sezione corte appello Palermo: nominata Antonia Pappalardo, attualmente presidente sezione tribunale Palermo
Presidente sezione tribunale Palermo: nominata Giulia Maisano, attualmente consigliere corte appello Palermo
Presidente sezione tribunale Milano: nominato Roberto Spanò, attualmente giudice tribunale Brescia
Collocamenti fuori ruolo
Lara Vernaglia Lombardi: deliberata la conferma del collocamento fuori ruolo presso il Ministero della Giustizia, dipartimento affari di giustizia
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