Il nuovo vicepresidente del Csm è l’avvocato eletto in parlamento dalla Lega, Fabio Pinelli. Dopo otto anni, dunque, il centrodestra torna a guidare il Csm con un suo laico, che succede ai dem Roberto Legnini e David Ermini. L’ultimo era stato, nella consiliatura 2010-2014, Michele Vietti di area Udc.

Tuttavia, il Csm si è spaccato nell’elezione e per scegliere il vicepresidente si è dovuti arrivare alla terza votazione in cui si eleggeva a maggioranza dei votanti. Per eleggerlo serviva la maggioranza assoluta del consiglio di 17 voti, che non è stata raggiunta nelle prime due votazioni.

Il voto è stato un testa a testa tra Pinelli e Romboli e alla fine il primo ha prevalso a maggioranza dei presenti con  17 voti a 14, con una bianca.

Pinelli, nel suo prima discorso, ha ricordato il magistrato Rosario Livatino, assassinato dalla stidda nel 1990, a 38 anni, mentre andava ad Agrigento. Pinelli ha ricordato le sue parole: “Quando moriremo nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti ma quanto siamo stati credibili” e ha aggiunto: “Cerchiamo di essere trasparenti e mai obliqui, nell’interesse del paese”.

Le votazioni

Alla prima votazione, il voto segreto si è concluso con 13 voti per il laico di area dem e professore di diritto costituzionale, Roberto Romboli, e 14 per l’avvocato padovano di area leghista, Fabio Pinelli. A far saltare la prima votazione sono state le 5 schede bianche, di cui quattro potrebbero essere quelli del gruppo centrista di Unicost.

Sfumata così la prima votazione e anche la seconda, che si è conclusa con 15 voti per Pinelli, 12 per Romboli e sempre 5 bianche.

Per questo, in terza votazione, in cui era sufficiente la maggioranza dei votanti, è stato eletto Pinelli.

Secondo fonti del consiglio, i togati si sarebbero orientati per scegliere il laico che ha offerto maggiori garanzie sia di preparazione tecnica per svolgere il compito che di capacità di gestire il consiglio in modo super partes. Tuttavia, l’esito del voto ha già smentito l’auspicio iniziale di poter eleggere il vicepresidente a larga maggioranza, così da legittimarlo in vista di un futuro molto complicato per il Consiglio, che dovrà fare da contrappeso nella difesa degli interessi del corpo giudiziario davanti al ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

Cosa è successo

Il plenum del Csm si è riunito così per eleggere il vicepresidente del consiglio superiore, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

La commissione titoli ha confermato la nomina di tutti i dieci laici eletti dal parlamento, nonostante qualche dubbio di partenza sia sul professore di area dem, Roberto Romboli, in quanto professore in pensione, che sugli avvocati Daniela Bianchini ed Ernesto Carbone sull’effettivo esercizio della professione per 15 anni.

Alla vigilia, il risultato sembrava incerto. A determinarlo, il voto della componente togata eletta nel settembre scorso divisa in 7 consiglieri per la corrente conservatrice di Magistratura indipendente, 6 per la progressista di Area, 4 per i centristi di Unicost, una per Magistratura democratica e i due indipendenti, Andrea Mirenda e Roberto Fontana. Insieme a loro hanno votato anche i due membri di diritto, il primo presidente della Cassazione di area Md, Pietro Curzio, e il procuratore generale di Cassazione di area Unicost, Luigi Salvato.

Il vicepresidente va scelto tra i laici e la contesa è subito stata tra il dem Romboli e l’avvocato leghista Fabio Pinelli, che sulla carta potevano contare su 13 voti a testa, con l’oscillazione dei 4 togati di Unicost. Incerti erano anche gli orientamenti del laico in quota Italia viva, Ernesto Carbone, che poteva orientarsi anche verso il centrodestra, come anche l’indipendente Mirenda.

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