Dopo gli scossoni della prima (e forse ultima) conferenza stampa del vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, la grande attesa è per la giornata di domani in Cassazione. L’apertura dell’anno giudiziario è sempre occasione di critiche incrociate mischiate a buoni propositi e sarà l’occasione per vari faccia a faccia.

Pinelli parlerà rivolto anche a Sergio Mattarella, presidente del Csm sfiorato dalle sue critiche maldestre sull’«improprio ruolo politico del passato consiglio». Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, invece, prenderà la parola davanti ai vertici della magistratura per mettere a fuoco i suoi orientamenti e futuri intendimenti in materia di riforme. Non solo quelle penali che stanno procedendo in parlamento – dalla riforma della prescrizione al ddl Nordio sull’abuso d’ufficio – ma anche quella sull’ordinamento giudiziario.

Proprio questa, formalmente due decreti attuativi della riforma Cartabia, sta andando avanti in commissione Giustizia alla Camera e negli intenti della maggioranza dovrebbe essere una rivoluzione copernicana proprio del lavoro del Csm.

La riforma

La riforma prevede criteri più stringenti nelle valutazioni di professionalità delle toghe, oltre che una modifica dei criteri per l’accesso in magistratura. In particolare, verrà introdotto quello che impropriamente viene definito il “fascicolo del magistrato”, ovvero un report in cui vengono inseriti i dati su sentenze e atti redatti. La misura è stata fortemente contestata dall’Anm, che in audizione con il segretario Salvatore Casciaro ha parlato di «sistema verticistico improprio e pericoloso», in cui «un singolo magistrato collocato a un livello superiore può diventare arbitro della carriera di quello collocato in sottordine».

Altro elemento molto avversato dalle toghe è la presenza degli avvocati con diritto di voto nei consigli giudiziari che stilano le valutazioni: «Delegittima il magistrato, che non sarà sereno a giudicare» e di conseguenza «si vulnerebbe il principio di autonomia e terzietà», ha detto in audizione il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri.

Se la magistratura associata contesta il meccanismo, il paradosso è che il decreto ministeriale non piaccia nemmeno al sempre presente Enrico Costa, che il “fascicolo del magistrato” l’ha inventato con un suo emendamento alla riforma Cartabia. «E’ stato demolito», ha detto, perchè è stato eleminato l’inserimento dell’esito delle attività delle magistrato (come le sentenze e richieste di rinvii a giudizio) e l’analisi verrà fatta su atti a campione e sulle relazioni dei capi degli uffici.

L’altro decreto, invece, disciplina i fuori ruolo che si riducono in numero di circa il 25 per cento, anche se sono previste eccezioni. Anche questo testo, tuttavia, è stato criticato: questa volta dagli avvocati delle Camere penali, che hanno parlato di «tradimento della legge delega» perchè lo schema di decreto attuativo riduce i fuori ruolo a 180, che attualmente sono 194 (240 è il massimo attualmente previsto).

I sogni del centrodestra

Se per adesso questo è in discussione, il libro dei sogni del centrodestra contiene altre misure di riforma del sistema che governa le toghe ma per ora rimangono semplici emendamenti. Uno è quello del forzista Pierantonio Zanettin, che punta a introdurre il sorteggio per scegliere i togati del Csm, proprio per andare indirettamente nella direzione auspicata anche da Pinelli di trasformare il consiglio in una istituzione di alta amministrazione senza connotati di corrente.

Un altro proposito, che torna spesso nelle parole del sottosegretario Francesco Paolo Sisto, sono i test psico-attitudinali per le toghe, per cui c’era già stato un tentativo di inserimento da parte del sottosegretario Alfredo Mantovano in un consiglio dei ministri. Infine, il prossimo passo che il ministro Nordio ha anticipato è quello di un intervento legislativo per limitare le esternazioni dei magistrati. Tutte ipotesi, per ora, ma che risuoneranno tra le mura dell’aula magna della Cassazione.

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