La notizia della settimana è che finalmente il Csm ha sciolto la riserva e il plenum ha nominato il nuovo procuratore capo di Roma, che sarà Francesco Lo Voi. Scorrendo troverete un approfondimento, intanto va ricordato che così si chiude, dopo quasi due anni di ricorsi e annullamenti, il “caso” Roma.

Sul fronte del dibattito giuridico, questa settimana è entrato in vigore il ddl civile e l’avvocato Matteo Bonetti ne propone un’analisi di dettaglio, mettendo a fuoco le novità più rilevanti per i civilisti.

La newsletter poi torna a proporre un approfondimento in tema di diritto e intelligenza artificiale, che è già stato al centro di numerose edizioni di In contraddittorio. Il dibattito è di stretta attualità e riguarda il rapporto tra diritto, etica e tecnologia. Oggi prendono la parola Lucilla Gatt, Luigi Viola e Gianfranco D’Aietti, del Centro di Ricerca in Diritto Privato Europeo.

Infine, a cavallo tra politica e giustizia e per fornire qualche aneddoto fresco in vista dei tanti cenoni di queste feste, sono orgogliosa di poter segnalare che giovedì è uscita la prima puntata de Il Grande Gioco del Quirinale, un podcast in quattro episodi curato da me che accompagna alla scoperta delle storie nascoste del Colle, con l’aiuto di professori – in questo episodio ascolterete Fulco Lanchester, professore di diritto pubblico alla Sapienza – e politici della prima e seconda repubblica. Il Quirinale come non lo avete mai sentito.

Il procuratore di Roma

Si chiude così il caso della procura terremotata dal caso Palamara. Il Consiglio superiore della magistratura ha nominato con 19 voti a favore il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi.

Così sarà il successore di Michele Prestipino la cui nomina è stata annullata dai giudici amministrativi.

Il competitor Maurizio Viola ha ottenuto solo i due voti di Autonomia e Indipendenza. Le polemiche però non sono mancate.

Ora Viola aspetta gli esiti della scelta degli altri due vertici per cui è in lizza: la procura di di Milano e la Direzione nazionale antimafia.

Carcere #1: La riforma possibile

La Commissione per l'innovazione del sistema penitenziario ha consegnato alla Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, la relazione finale predisposta al termine dei lavori che si sono tenuti, come previsto, nell'ultimo trimestre del 2021. La Ministra farà le sue valutazioni.

Presieduta da Marco Ruotolo, Ordinario di Diritto costituzionale nell'Università Roma tre, la Commissione aveva avuto il compito di individuare possibili interventi concreti per migliorare la qualità della vita all'interno degli istituti penitenziari.

Le proposte della Commissione si sono concretizzate, oltre che in ipotesi di modifiche, in forma di articolato, anche in 8 linee guida per la rimodulazione dei programmi di formazione del personale e 35 azioni amministrative da applicare perché producano, come richiesto, consistenti miglioramenti della vita penitenziaria durante l'esecuzione penale.

Nel frattempo, la ministra Cartabia ha chiesto all’esecutivo di recuperare al più presto la norma per il potenziamento dell'Ufficio esecuzione Penale esterna, che si è persa nella legge di bilancio.

Carcere #2: un Natale dietro le sbarre

Nel frattempo, però, un altro Natale è passato senza cambiamenti.

Su Domani abbiamo provato a tirare le somme di quest’anno con una serie di articoli: cosa sta succedendo a Santa Maria Capua Vetere; che Natale si trascorre nelle carceri e infine un’elaborazione grafica dei dati dell’ultimo anno.

News dalla riforma dell’ordinamento giudiziario

Fonti di via Arenula hanno fatto sapere che il testo degli emendamenti è da giorni a Palazzo Chigi. Tuttavia non è confluito nell’ordine del giorno del consiglio dei ministri di giovedì 23 dicembre, l’ultimo prima delle feste.

La ministra sperava di poter rispettare il termine che si era prefissata: rendere pubblico il testo entro natale. Invece, non è stato così e tutti gli operatori del diritto continuano a dibattere sulla base di sole ipotesi di stampa e dialoghi con la ministra, ma senza un testo scritto e certo.

L’Anm indice un referendum 

L’Associazione nazionale magistrati ha approvato un documento, proposto da Articolo 101 e Autonomia e Indipenenza, in cui promuove un referendum tra i magistrati sul contenuto della riforma dell’ordinamento giudiziario.

Due i quesiti: il primo chiede di esprimersi pro o contro l’ipotesi del sorteggio dei membri del Csm; il secondo riguarda il sistema elettorale del Csm, se maggioritario o proporzionale.

La consultazione avverrà in via telematica tra il 27 e il 28 gennaio 2022. La data, però, ha suscitato polemiche perchè si è notato che potrebbe avvenire quando il dibattito in commissione Giustizia sarà già probabilmente chiuso.

I dirigenti del ministero contro la riforma

L’associazione dei dirigenti della giustizia ha scritto una lettera aperta alla ministra in cui definisce «Una prospettiva da scongiurare per il bene della nostra amministrazione, oltre che per l'autorevolezza e la funzionalità della macchina amministrativa pubblica» è l’ipotesi – presente nella riforma dell’ordinamento giudiziario – di «accogliere presso il nostro ministero (e forse altri) i magistrati reduci da un'esperienza parlamentare o presso enti locali e, addirittura, coloro che si candidano senza fortuna».

L’ipotesi è quella che i magistrati che si sono dati alla politica non possano più tornare a funzioni giudicanti, ma vengano dirottati presso il ministero.

Tra le «ragioni del nostro allarme e della nostra decisa contrarietà», i dirigenti della giustizia indicano quella per cui «i magistrati non sono, in quanto tali, in grado di ricoprire ogni ruolo. Sono reclutati in base ad un impegnativo percorso volto a selezionare chi e' adatto all'esercizio della giurisdizione. Non sono 'figli di un Dio maggiore' che li abilita a fare tutto. I dirigenti della pubblica amministrazione attingono il loro sapere e le loro capacità professionali da un percorso completamente diverso. La possibilità di ottenere una posizione presso il ministero, candidandosi ad incarichi politici anche senza successo, determinerebbe una corsa opportunistica, specie da parte di coloro che lascerebbero volentieri una sede lontana (e magari disagiata e gravida di qualche rischio) per tornare a Roma».

Giudici togati contro onorari

Uno dei grandi irrisolti del nostro sistema giustizia è il ruolo dei magistrati onorari. Sono inseriti anche nell’ufficio del processo per coadiuvare i togati nello smaltimento dell’arretrato ma il loro inquadramento professionale rimane un’incognita. Da anni chiedono il riconoscimento della loro situazione giuridica ai fini sia della retribuzione che delle tutele lavorative e una sentenza europea ha dato loro ragione.

Ora che il governo sta cercando una soluzione per non incorrere in una procedura di infrazione con un emendamento previsto in manovra di bilancio, il Csm è intervenuto con una nota critica rispetto alla strada individuata da via Arenula, in cui rimarca la differenza tra togati e onorari.

"La previsione di un regime della stabilità del rapporto dei magistrati onorari, chiamati a svolgere funzioni giurisdizionali senza aver superato il concorso richiesto per diventare magistrato ordinario, appare incompatibile con l'impianto costituzionale".

Addirittura, "La soluzione non appare necessitata, nè adeguata alle osservazioni della Commissione europea", scrivono i consiglieri, secondo i quali restano "invece ragioni oggettive che giustificano la diversità di trattamento dei magistrati onorari rispetto ai togati".

La corretta soluzione, secondo il Csm, sarebbe quella di riconoscere "misure di tutela di natura retributiva e previdenziale, in modo da contemperare le esigenze di non discriminazione rispetto ai diritti fondamentali del lavoratore con l'impossibilità di equiparazione nello status ai magistrati ordinari".

Immediata è stata la replica della Consulta della magistratura onoraria, che in un altrettanto duro comunicato stampa ha espresso “sgomento”, definendo “incomprensibile” l’affermazione dei togati di una “diversità ontologica di funzioni” tra onorari e togati.

Gli onorari ricordano che anche loro “compongono, unitamente ai magistrati cd “togati”, l’ordine giudiziario; si ricorda che i magistrati onorari sono stati selezionati e nominati a seguito di specifiche procedure concorsuali e confermati con rigorose procedure para-concorsuali, ove riveste un preciso ruolo anche il CSM, autore dell’inspiegabile e contraddittorio parere”.

La Consulta della magistratura onoraria, ricordando ancora la sentenza della corte di giustizia dell’Unione europea sul tema, è netta nel dire che “La verità è che la prestazione resa dal magistrato onorario è identica alla prestazione resa dal magistrato di carriera; che l’utilità e l’interesse della collettività a tale prestazione è il medesimo, identici devono essere gli standard qualitativi”.

Vedremo come il ministero si districherà nel gestire questo scontro, appianando le divergenze.

Via la norma sul contributo unificato

La norma della Legge di Bilancio che prevedeva lo stop all'iscrizione a ruolo in caso di mancato o anche parziale pagamento del contributo unificato è stata cancellata. La notizia è stata accolta positivamente dall’avvocatura, che aveva denunciato come questa previsione rischiava di limitare l’accesso alla giustizia.

Gli avvocati monocommittenti

In commissione Giustizia si avvierà l’esame delle proposte di legge, depositate dal Movimento 5 Stelle, sulla disciplina del rapporto di collaborazione professionale dell'avvocato in regime di monocommittenza.

I due disegni di legge disciplinano gli aspetti previdenziali, assicurativi e fiscali dei legali che operano in monocommittenza, eliminando l’incompatibilità con i rapporti di lavoro subordinato o parasubordinato. E’ stato depositato il dossier alla Camera che contiene tutti i dettagli.

Salvi sulla presunzione di innocenza

Il procuratore generale di Cassazione, Giovanni Salvi, ha emanato una nota agli uffici di procura, per raccogliere esperienze e valutazioni, al fine di raggiungere "orientamenti condivisi che diano piena attuazione alla presunzione di innocenza e al rispetto delle vittime e dei testimoni". All’origine, l’approvazione del decreto legislativo sulla presunzione di innocenza.

Nel testo scrive che  serve «un approccio uniforme e consapevole al diritto di informazione. Deve essere infatti chiaro che informare l'opinione pubblica non è manifestazione della libertà di espressione del magistrato, ma è un preciso dovere di ufficio, come più volte affermato anche dalle fonti europee». Salvi aggiunge che – nel rispetto della «dignità della persona e dunque degli imputati, delle vittime e di tutti coloro che prendono parte al processo» – l’informazione deve essere «tempestiva, completa e tale da fornire all'opinione pubblica, in maniera aperta e trasparente, tutto ciò che è proporzionato alla rilevanza della notizia. Non si può neppure abdicare al dovere di fornire con continuità le informazioni necessarie, nelle varie fasi di un procedimento basato su contraddittorio tra le parti, al fine di evitare che questo si trasformi in processo a mezzo stampa o peggio nei salotti televisivi e sena che sia possibile una completa conoscenza dei fatti».

Le sue parole sono state accolte in modo critico da uno dei promotori del dl, Enrico Costa, che le ha definite «un dribbling interpretativo. Come se non ci fosse una legge sulla presunzione d'innocenza. I magistrati debbono seguire le norme approvate, non interpretarle creativamente. Il Ministro della Giustizia dovrebbe intervenire».

Apertura dell’anno giudiziario

Si terrà venerdì 21 gennaio, alle ore 11, la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario in Cassazione. Il giorno dopo, sabato 22 gennaio alle ore 10.30, le cerimonie nei distretti di Corte d'Appello. E tutto, come l'anno passato, visto il perdurare dell'emergenza, si svolgerà all'insegna dei protocolli e delle linee guida anti-covid: in presenza fisica ci saranno solo le cariche istituzionali.

Dai fori

Venezia: La giunta comunale di Venezia ha approvato la bozza di atto aggiuntivo alla convenzione sottoscritta con il Ministero della Giustizia per la realizzazione del II Lotto della Cittadella della Giustizia con un ulteriore stanziamento di 650mila euro. Si tratta di un piano per il restauro e risanamento del complesso Ex Manifattura tabacchi e, in particolare, dell'edificio denominato 9 destinato alla realizzazione di una caffetteria ad uso dell'intero compendio. 

Catania: Ha aperto nel tribunale di Catania lo sportello per la messa alla prova, che consente agli avvocati di ricorrere all'applicazione della disciplina della sospensione del procedimento con messa alla prova per i cittadini che stanno affrontando un processo. Gli imputati possono richiedere la sospensione del giudizio e l'accesso ad un percorso di riabilitazione sociale, lo sportello garantirà la diffusione delle informazioni e l'agevole fruizione della modulistica. Il vice presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Catania Fabrizio Seminara ha ricordato che «l'iniziativa è frutto del protocollo di intesa operativa tra Coa, tribunale, procura, camera penale e l'Ufficio Distrettuale Esecuzione Penale Esterna di Catania. 

Le nomine

Il plenum del Csm ha deliberato all'unanimità la nomina di Alfonso Orazio Pappalardo a presidente del Tribunale di Bari. Pappalardo, 64 anni, e' presidente del Tribunale di Brindisi dal 2015 e prenderà servizio a Bari a fine gennaio.

Francesco Lo Voi è il nuovo procuratore capo di Roma. Lo ha nominato il plenum del Csm con 19 voti a favore dell'attuale numero uno della Procura di Palermo.

E' Salvatore De Luca il nuovo capo della procura di Caltanissetta. Lo ha deciso, all'unanimità, il plenum del Csm. De Luca, dal 2014 a oggi, ha svolto funzioni di procuratore aggiunto a Palermo.

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