Cari lettori,

siamo nel bel mezzo di una complicatissima partita per eleggere il presidente della Repubblica e dunque tutto il resto è finito in stand by, almeno nell’agenda dei giornali.

Non tutto è fermo sul fronte della giustizia, però, che ha davanti almeno due scadenze importanti: il referendum online promosso dall’Anm sul sistema elettorale del Csm, che si svolge fino a oggi, 28 gennaio; e l’elezione del nuovo presidente della Corte costitutzionale che, salvo imprevisti, avverrà il 29 gennaio.

Proprio sul referendum, interviene in questa newsletter – che spiega la posizione del gruppo associativo di Unicost in merito ai questiti e alla legge elettorale del Consiglio.

I giuristi Lucilla Gatt, Luigi Viola, Gianfranco D’Aietti tornano invece sull’apertura dell’anno giudiziario della settimana scorsa, mettendo in luce un aspetto: come l’informatica giuridica sia entrata nei discorsi anche dell’Alta corte.

Il referendum dell’Anm

L’Associazione nazionale magistrati lancia un referendum online sulla riforma del sistema elettorale del Consiglio superiore della magistratura.

I quesiti sono due. Il primo chiede se si è favorevoli o contrari a che “i candidati al Csm siano scelti mediante sorteggio di un multiplo dei componenti da eleggere”. Il secondo invece “quale sistema ritieni preferibile per l’elezione della componente togata del Csm” con la possibilità di scegliere se proporzionale o maggioritario.

Si è votato il 27 e il 28 gennaio sul sito dell’Anm.

Il referendum nasce già da una prima bocciatura della bozza di riforma del Csm della ministra Marta Cartabia, che prevede un sistema maggioritario binominale con correttivi per tutelare le minoranze.

L’iniziativa referendaria ha un obiettivo: rafforzare la posizione dell’Anm contro la riforma, così da poter far valere sul tavolo ministeriale (la ministra ha fatto sapere che la riforma non è blindata ma può essere modificata in parlamento) la posizione legittimata dal voto della categoria.

Tuttavia la campagna referendaria è stata poco attiva, complice anche la concomitanza dell’elezione della presidenza della Repubblica, e dunque non è chiaro quale potrà essere l’affluenza. Proprio per questo si rischia il boomerang: bassa affluenza può venire letta come poco interesse della categoria per il tema della legge elettorale del Csm. Non solo, renderebbe più fragile la posizione dell’Anm come voce della magistratura.

Il bilancio del Csm

Nel bilancio preventivo del Csm si prevede un aumento delle spese da 39,8 milioni di euro del 2021 ai 44,4 milioni nel 2022.

La spesa di 7 milioni e 240 mila euro è per “per compensi ed altri assegni ai componenti del Csm”. Invece 1 milioni e 230 mila euro serve per le indennità aggiuntiva allo stipendio ai magistrati fuori ruolo di segreteria e studi.

Lo segnala il deputato di Azione, Enrico Costa in un tweet.

L’elezione alla Consulta

Venerdì 28 gennaio scade il mandato dell’attuale presidente della corte Costituzionale, Giancarlo Coraggio.
Prassi vuole che il suo posto venga preso dal giudice costituzionale più anziano, cioè l’attuale vicepresidente Giuliano Amato. Sabato 29 gennaio, quindi, è convocata la seduta per procedere all’elezione del nuovo presidente.

Prima, però, il giudice che subentra a Coraggio – l’ex presidente del Consiglio di Stato Filippo Patroni Griffi – deve giurare davanti al presidente della Repubblica. Il tutto, ovviamente, si interseca con l’elezione del nuovo presidente della Repubblica.

Corte costituzionale, avvocati e polemica

E’ scoppiata una polemica tra l’avvocatura e in particolare il Consiglio nazionale forense e il Fatto Quotidiano. All’origine, la sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo il visto di censura della corrispondenza tra detenuti mafiosi al carcere speciale, il 41bis, e i loro avvocati.  Nella sentenza si legge che il diritto di difesa «comprende il diritto di comunicare in modo riservato con il proprio difensore».

Sul tema è intervenuto il togato del Csm Sebastiano Ardita, con una intervista a Il Fatto Quotidiano, in cui ha detto: «Mi sarei aspettato che la Corte distinguesse tra controllo di una corrispondenza chiusa e trattenimento di una corrispondenza aperta e pericolosa. In questo secondo caso andavano a mio avviso messi in raffronto i due beni che venivano in conflitto: da un lato il pericolo concreto per i cittadini che parta dal carcere un ordine di commettere un delitto, dall'altro il diritto di comunicare con il difensore, che non tollera controlli, ma non può spingersi fino a impedire il trattenimento di un testo da cui risulti già evidente che possa derivare un danno».

Inoltre, il Fatto Quotidiano del 25 gennaio ha titolato: “La Consulta cancella la censura sulla corrispondenza tra i detenuti al 41-bis e avvocati. Geniale: così i boss potranno ordinare omicidi e stragi per lettera”.

Questo titolo ha provocato la presa di posizione del Cnf, che per voce della presidente Maria Masi ne ha chiesto la rettifica: «È inaccettabile il messaggio distorto che si evince dal titolo citato che ammanta di supposta illiceità la figura dell’avvocato, ingenerando nel lettore il dubbio che il difensore, anche solo potenzialmente, possa essere la longa manus del proprio assistito».

Anche l’Associazione nazionale forense con il presidente Giampaolo Di Marco ha definito «grave e offensiva» perchè «gli avvocati non sono messaggeri di criminalità o corrieri, ma professionisti a cui le persone, anche coloro che sono stati condannati per reati gravissimi, affidano il loro destino affinchè ottengano il trattamento più giusto ed equo previsto dall’ordinamento».

Stanziamenti per la giustizia

Nella legge di bilancio 2022-2024 sono previsti più di 30 miliardi di euro di stanziamenti per la giustizia, quindi 10 miliardi l’anno, poco più dei 9 miliardi del periodo 2019-2021.

Fondi necessari, vista anche l’ultima polemica sulla strumentazione che ha riguardato la creazione dell’ufficio del processo.

I sindacati, infatti, hanno fatto sapere che in alcuni tribunali i pc portatili sarebbero stati ritirati ai dipendenti di tribunale per darli ai giuristi che affiancheranno i magistrati nel nuovo ufficio del processo. Il ministero, però, ha reso noto che sono in arrivo altri 32 mila pc, alcuni per il personale ancora in smart working e altri per gli addetti all’ufficio del processo.

I problemi delle Rems

Le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, dove vengono collocati i responsabili di reati che sono affetti da patologie psichiatriche, sono in crisi.

L’allarme è stato lanciato dalla Corte costituzionale in una sentenza, in cui rivolge un monito al legislatore: l'applicazione concreta della norme sulle Rems presenta «numerosi profili di frizione con i principi costituzionali», per cui serve un intervento che assicuri «la realizzazione e il buon funzionamento, sull'intero territorio nazionale, di un numero di Rems sufficiente a far fronte ai reali fabbisogni, nel quadro di un complessivo e altrettanto urgente potenziamento delle strutture sul territorio».

Attualmente, infatti, le strutture sono 36 in tutta Italia, con 652 posti sulla carta ma 596 gli effettivi: troppo pochi, come dimostrano le 750 persone responsabili di reati in lista d’attesa per un tempo medio di 10 mesi.

Gli strascichi dell’apertura dell’anno giudiziario

Non solo l’apertura dell’anno giudiziario in Cassazione, ad essere interessanti per le considerazioni emerse sono anche le inaugurazioni nelle corti d’appello. Qui un riassunto delle posizioni che hanno generato maggior dibatito.

- Genova: il presidente della Corte d’Appello vicario da più di un anno, Alvaro Vigotti, ha attaccato il Csm per i «ritardi delle nomine dei vertici del tribunale di Genova.  Se grave in tempi normali, diventa inaccettabile in questi tempi eccezionali in cui i compiti organizzativi e direttivi degli uffici hanno una importanza fondamentale». Parole che pesano, anche alla luce delle nomine lampo per la Cassazione dopo l’annullamento del Consiglio di Stato.

- Palermo #1: il presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati, Antonello Armetta ha definito «aberrante» l’ufficio del processo, che partirà grazie «alla forza lavoro in gran parte proveniente dai nostri albi» ma che ha funzioni che «onestamente non abbiamo compreso fino in fondo».

- Palermo #2: il togato del Csm, Nino Di Matteo, auspica che il Csm «funga da scudo» nei confronti degli attacchi all'indipendenza delle toghe e, al contempo, sappia «riscattarsi dalle opacità che ne hanno ridotto al minimo la credibilità». Per farlo, «il Csm dovrà abbandonare le squallide logiche di potere che troppe volte hanno ispirato le sue scelte». 

- Bari: il presidente della Corte d’Appello, Francesco Cassano, è entrato nel merito della riforma elettorale del Csm e ha parlato di necessità di recidere «il circuito che lega l'associazionismo giudiziario all'istituzione consiliare. E' però inaccettabile che lo si faccia sostituendo al metodo elettivo il sorteggio, per l'individuazione dei componenti togati del Csm».

- Perugia: il procuratore generale della Corte di Appello di Perugia, Sergio Sottani ha attaccato la legge sulla presunzione di innocenza che norma la comunicazione delle procure: «La tutela della presunzione di innocenza non può certo impedire il diritto all'informazione su fatti di interesse pubblico».

- Milano: il presidente dell'ordine degli avvocati di Milano, Vinicio Nardo, ha chiesto di «non sacrificare il giusto processo sull'altare della velocità e imboccando le scorciatoie del periodo emergenziale».

Scontro Greco-Davigo

Ancora strascichi della stagione dei veleni in procura a Milano. L’ex procuratore della Repubblica di Milano Francesco Greco era stato denunciato dall’ex consigliere del Csm, Piercamillo Davigo, per diffamazione. Ora la procura di Brescia ha chiuso le indagini.

All’origine, l’intervista di Greco al Corriere delle Sera sulla presunta Loggia Ungheria e il passaggio di verbali tra il pm milanese Paolo Storari e Davigo. Questa la frase “incirminata”: «Mentre ancora c'è nebbia sul dove, quando e perchè Storari e Davigo si siano scambiati sottobanco i verbali, una cosa e' sicura: l'uscita era nell'interesse di Davigo che non si è preoccupato assolutamente della sorte del procedimento e quando ha lasciato il Csm quei verbali li ha abbandonati. Fatto imbarazzante».

Il Csm a Milano

Il 31 gennaio la Prima Commissione del Csm ascolterà a MIlano il sostituto procuratore Paolo Storari e il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale. Nei confronti di entrambi è stata aperta la procedura di trasferimento per incompatibilità ambientale e funzionale, in seguito alla vicenda legata ai verbali della presunta Loggia Ungheria e alla gestione dei fascicoli del processo Eni.

Lo sciopero dei magistrati onorari

Assogot (Associazione giudici onorari di tribunale) ha annunciato un nuovo sciopero dei magistrati onorari di tribunale, dal 31 gennaio al 4 febbraio: nessuna risposta alle rivendicazioni della categoria sulla regolarizzazione della loro posizione lavorativa; «inaccettabile è la condizione per cui la domanda di partecipazione al 'concorso' (obbligatoria per chi non voglia decadere dall'incarico) comporta rinuncia ad ogni ulteriore pretesa di qualsivoglia natura conseguente al rapporto onorario pregresso»; inaccettabile è anche la previsione di un compenso solo "parametrato" ad alcune voci stipendiali spettanti al personale amministrativo giudiziario.

Dai Fori

Lipari: un emendamento del Movimento 5 Stelle dovrebbe prorogare i termini per posticipare al 31/12/2023 la data per la chiusura della sezione distaccata del Tribunale di Lipari, ad oggi prevista per la fine di questo anno.  «Il suo spostamento presso la sede centrale di Barcellona Pozzo di Gotto comporta sensibili diseconomie, ritardando l'espletamento deI procedimenti e aggravando ulteriormente quest'ultimo presidio».

Bari: il nuovo parco della giustizia avrà un costo di 405 milioni di euro L'Agenzia del Demanio ha pubblicato il bando per l'affidamento del progetto di fattibilità tecnico-economica dell'intero complesso e della progettazione definitiva. Il primo lotto dovrebbe essere pronto nel 2025.

nomine

Il Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa ha dato parere favorevole all'unanimità alla nomina a Segretario generale della Giustizia Amministrativa del Presidente di Sezione del Consiglio di Stato, Sergio De Felice.

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