Cari lettori,

prosegue in questo numero della newsletter il racconto della campagna elettorale per il Consiglio superiore della magistratura. La settimana scorsa ha trovato spazio la posizione di Unicost, questa invece interviene il segretario generale di Magistratura indipendente, Angelo Piraino, che spiega la posizione della lista di Mi ed entra anche nel merito della spinosa vicenda delle candidature indipendenti, alcune nate proprio in seno a Mi.

Nonostante la calura agostana la newsletter non va in vacanza e continuerà a seguire gli eventi, ospitando ogni settimana un gruppo oppure i candidati indipendenti: lo spazio è aperto.

Non solo campagna elettorale, però. Fa gradito ritorno su queste pagine (web) Giorgio Costantino, professore di Diritto processuale civile all'Università di Roma Tre, che approfondisce un tema fondamentale per i civilisti: le nuove regole sulle impugnazioni e il potere discrezionale che danno ai giudici. E non usa mezzi termini: "L’attribuzione ai giudici delle impugnazioni del potere di dichiararne l’inammissibilità qualora gli atti introduttivi non siano ritenuti chiari, sintetici e specifici equivale alla libera circolazione delle armi negli Stati Uniti. Qualche giudice potrebbe farne un uso improprio".

Sul fronte dell’avvocatura, invece, c’è in corso una nuova polemica: l'intelligenza artificiale di Amazon, Alexa, ha una nuova "skill", che le permette di dare semplici pareri legali attingendo ad un database, rispondendo alle domande degli utenti. Una parte dell'avvocatura è insorta, ma c'è anche chi la pensa diversamente: il segretario di Anf, Giampaolo Di Marco, ritiene che fare ostruzionismo non paghi, ma che il professionista del nuovo millennio debba fare i conti e sfruttare le novità offerte dall'ia.

Candidature al Csm

Il 1 agosto la Cassazione ha reso note le candidature definitive al Csm, compresi anche i nomi dei sorteggiati per legge. Questa quindi è la griglia definitiva con tutti i nomi di candidati, sia dei gruppi associativi che degli indipendenti (la tabella pubblicata nella scorsa newsletter era provvisoria e con qualche errore nell’indicazione dell’appartenenza).

PM (5 eletti)

Collegio 1 (nord):

Eligio Paolini (Mi), Firenze

Maurizio Arcuri (Unicost), Roma

Mario Palazzi (Area), Roma

Patrizia Fodera (Comitato Altra proposta), Trento

Antonio Patrono (A&I), La Spezia

Antonella Fava (indipendente), Bolzano

Roberto Fontana (indipendente), Milano

Elisabetta Labate (indipendente*), Verona

Carlo Lasperanza (indipendente), Latina

Rosina Romano (indipendente*), Roma

Collegio 2 (sud):

Dario Scaletta (Mi), Palermo

Marco Bisogni (Unicost), Catania

Maurizio Carbone (Area), Taranto

Greta Aloisi (Comitato Altra proposta), Teramo

Henry John Woodcock (indipendente), Napoli

Gregorio Capasso (indipendente), Tempio Pausania

Simonetta Ciccarelli (indipendente*), L’Aquila

Gabriella Maria Tavano (indipendente*), Bologna

MERITO (13 eletti)

Collegio 1 (nord):

Maria Luisa Mazzola, Bergamo (Mi)

Paola Ortolan, Milano – Federica Sacchetto, Padova (Unicost)

Mariafrancesca Abenavoli, Torino - Beatrice Secchi, Milano (Area)

Anna Maria Dalla Libera, Brescia – Gian Andrea Morbelli, Torino (Comitato Altra proposta)

Cesare Bonamartini, Brescia - Barbara De Munari, Padova (A&I)

Gaetano Campo, Vicenza – Luisa Savoia, Milano (Md)

Mariolina Panasiti (indipendente), Milano

Marco Lombardo (indipendente*), Torino

Andrea Mirenda (indipendente*), Verona

Vincenzo Nicolini (indipendente*), Milano

Davide Paladino (indipendente), Aosta

Maria Elena Teatini (indipendente), Venezia

Collegio 2 (centro-ovest):

Bernadette Nicotra, Roma (Mi)

Michele Forziati, Roma - Elena Carusillo, Roma (Unicost)

Marcello Basilico, Genova - Emilia Conforti, Roma (Area)

Mario Erminio Malagnono, Roma – Serafina Cannatà, Firenze (Comitato Altra proposta)

Pierluigi Picozzi, Roma (A&I)

Elisabetta Tarquini, Firenze - Valerio Savio, Roma (Md)

Leonardo Circelli, Roma (indipendente)

Marco De Ioris, Roma (indipendente)

Roberto De Martino, Imperia (indipendente)

Carla Pastorini, Genova (indipendente*)

Rosa Servarolo, Firenze (indipendente*)

Collegio 3 (centro-sud):

Edoardo Cilenti, Napoli (Mi)

Roberto D’Auria, Napoli (Unicost)

Tullio Morello, Napoli (Area)

Massimiliano Sacchi, Napoli – Maria Rosaria Pupo, Napoli (Comitato Altra proposta)

Domenica Miele, Napoli - Anna Mori, Bologna (Md)

Carlo Coco, Bologna - Maura Stassano, Salerno (A&I)

Roberto Sereni Lucarelli, Ancona (indipendente)

Viviana Centola, Salerno (indipendente*)

Roberta Cinosuro, Bologna (indipendente*)

Giuseppe Cioffi, Napoli Nord (indipendente)

Giampiero Fiore, Bologna (indipendente)

Gabriella Pompetti, Ancona (indipendente*)

Eduardo Savarese, Napoli (indipendente)

Collegio 4 (sud):

Tiziana Drago, R. Calabria – Maria Vittoria Marchianò, Crotone (Mi)

Giuseppe Battista, Bari – Stefania D’Errico, Taranto – Antonino Laganà, R. Calabria (Unicost)

Genantonio Chiarelli, Brindisi (Area)

Paolo Morini, Lecce – Veronica Vaccaro, Gella (Comitato Altra proposta)

Roberto Olivieri Del Castillo, Bari (A&I)

Paolo Ramondino, R. Calabria (Md)

Ines Casciaro, Lecce (indipendente)

Monica Marchionni, Siracusa (indipendente*)

LEGITTIMITA’ (2 eletti)

Paola D’Ovidio (Mi)

Milena Falaschi (Unicost)

Antonello Cosentino (Area)

Raffaello Magi (Md)

Giacomo Rocchi (Comitato Altra proposta)

Stefano Guizzi (indipendente)

Stanislao De Matteis (indipendente)

Marco Rossetti (indipendente)

Silvia Salvadori (indipendente*)

*sorteggiati dalla Cassazione per integrare i candidati

Decreto attuativo riforma penale

E’ stato approvato in cdm il decreto attuativo della riforma del processo penale: in 99 articoli si introducono nuove disposizioni nel codice di procedura penale e penale, in attuazione alla delega al governo per l’efficienza del processo penale e in materia di giustizia riparativa.

Si tratta di uno dei punti fondamentali per il Pnrr, con l’obiettivo di ridurre del 25 per cento la durata media dei processi nei tre gradi di giudizio, entro il 2026. Qui una scheda delle riforme approvate da Cartabia.

L’approvazione all’unanimità in cdm fa ben sperare per un passaggio rapido nelle commissioni Giustizia di Camera e Senato, a cui è richiesto un parere obbligatorio ma non vincolante. Secondo fonti interne alla commissione, l’unica preoccupazione potrebbe arrivare dal Movimento 5 Stelle, che potrebbe avanzare qualche osservazione.

I decreti attuativi della riforma civile, invece, sembrano non incontrare problemi in maggioranza. Obiettivo: chiudere e mettere in salvo così le due parti determinanti della riforma Cartabia entro il 25 settembre.

La riforma della giustizia tributaria

La riforma della giustizia tributaria ha avuto l'ok del senatoo e, secondo il calendario dei lavori, arriverà alla Camera martedì 9 agosto per il via libera finale.

In estrema sintesi, la riforma prevede:

- Professionalizzazione dei magistrati tributari, che ora sono onorari, con reclutamento a tempo pieno e concorso e riduzione del numero.

- Ufficio del Massimario nazionale, al fine di garantire l’uniformità di giudizio per fattispecie analoghe.

-Interventi processuali: nel primo e secondo grado si inserisce la prova testimoniale sulla falsariga dei giudizi civili e amministrativi; viene implementato l’istituto della conciliazione per controversie fino ai 50 mila euro; giudice monocratico per controversie fino a 3mila euro e appello solo in determinati casi; in Cassazione, si prevede l’introduzione della pronuncia del principio di diritto in materia tributaria e il rinvio pregiudiziale dai giudici tributari di primo e secondo grado alla Cassazione per ottenere la soluzione preventiva di questioni nuove o rilevanti o particolarmente complesse o ricorrenti.

Preoccupazione è stata espressa dalla presidente del Cnf, l’avvocata Maria Masi, in particolare riguardo le regole di accesso alla magistratura tributaria: “L'attuale proposta purtroppo non conferma le buone intenzioni iniziali di uniformare i procedimenti tributari alle altre giurisdizioni. Le ipotesi di consentire anche ai laureati in Economia l'accesso alla magistratura tributaria tramite concorso e il non considerare la difesa tecnica unicamente in capo agli avvocati, vanificano l'esigenza di modernizzazione del sistema tributario a partire dalla professionalizzazione del giudice".

In 7 mesi, 42 suicidi in carcere

Nelle carceri italiane avviene un suicidio ogni 5 giorni: nel 2022 sono già 42 i detenuti che si sono tolti la vita. Numeri altissimi, che non si erano visti nemmeno nel periodo di maggior sovraffollamento delle strutture.

La statistica è impietosa: nelle carceri italiane ci si suicida 16 volte più che tra i liberi e la fascia di età in cui si registra il numero maggiore è quella tra i 20 e i 30 anni. Molti tra quelli che si sono suicidati erano appena entrati in carcere o prossimi all'uscita.

“Se si guarda agli istituti dove nel 2022 si sono consumati più suicidi (Roma Regina Coeli, Foggia, Milano San Vittore, Palermo Ucciardone, Monza, Genova Marassi e Pavia), i problemi sono sempre gli stessi: cronico sovraffollamento, elevata percentuale di detenuti stranieri, di tossicodipendenti e di detenuti affetti da patologie psichiatriche, ed una carenza di personale specializzato per farsi carico di queste criticità”, si legge nella newsletter di Antigone, che pubblica il suo report di metà anno.

Fine vita, un nuovo caso Cappato

Elena, la pensionata veneta di 69 anni malata terminale di microcitoma polmonare, è morta a Basilea, in Svizzera, attraverso suicidio assistito. Ad accompagnarla, come già aveva fatto con dj Fabo, è stato Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni, che è andato ad autodenunciarsi ai carabinieri di Milano e ora è indagato.

Il video, pubblicato dall’associazione Coscioni dopo la morte della malata, permette di ascoltare direttamente da Elena le ragioni della sua scelta: a parlare, infatti, è una donna evidentemente emaciata, ma in grado di parlare e che non è mantenuta in vita da macchinari, nè costretta in un letto: «Non ho nessun supporto vitale per vivere, solo una cura a base di cortisone», ha spiegato la donna.

Proprio questo rende il caso di Elena molto diverso da quello di dj Fabo, per il quale Cappato è già stato processato e assolto con l’ipotesi di reato di aiuto al suicidio. Il caso, rinviato alla Corte costituzionale, ha prodotto la cosiddetta sentenza Cappato, che ha dichiarato parzialmente incostituzionale il reato, prevedendone la non punibilità a determinate condizioni.

In particolare, nel caso in cui il paziente sia «tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale», sia «affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che egli reputa intollerabili» e sia «pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli», scegliendo così di porre fine alla sua vita. Inoltre, la non punibilità di chi aiuta il paziente malato è subordinata alla verifica di alcune condizioni mediche, sentito il parere del comitato etico territoriale per il via libera definitivo.

Questo nuovo caso, quindi, non è coperto dalle previsioni di non punibilità indicate dalla sentenza Cappato. Il tesoriere dell’associazione Coscioni, dunque, rischia fino a 12 anni di carcere per l'accusa di aiuto al suicidio.

In parlamento è in corso l’iter per l’approvazione di una legge che recepisca l’orientamento della Consulta, già votato alla Camera e fermo al Senato. Tuttavia, nemmeno la legge non ancora approvata renderebbe non punibile la condotta di Cappato, proprio perchè fa propri i limiti posti dai giudici costituzionali ma non li allarga.

Al netto della vicenda giudiziaria, l’interrogativo investe tutti noi: è giusto che l’autosufficienza sia il limite da dover per forza superare per poter decidere di mettere fine alla propria vita? Perché non bastano le sofferenze fisiche e psicologiche insopportabili e l’irreversibilità della diagnosi?

Bisogna fermarsi a riflettere, davanti alla sofferenza di Elena e alla sua forza di essere libera, anche di fare la scelta che nessuno vorrebbe.

L’avvocatura insorge contro Alexa

La polemica scoppiata sul web tra gli avvocati italiani vede al centro Alexa, l’intelligenza artificiale sviluppata da Amazon e installata sui dispositivi Amazon Echo.

E’ nata infatti una nuova “skill” da insegnarle, che si chiama “La legge per tutti” e fornisce, a richiesta, informazioni giuridiche. Si sceglie la categoria di interesse e la voce di Alexa legge l’articolo di legge che dovrebbe rispondere alla domanda.

Per mettere a punto la “skill”, Amarzo si è appoggiato al portale web “La legge per tutti”, che ha annunciato la collaborazione con orgoglio, spiegando che “chiunque potrà ottenere informazioni sul mondo della legge e della giurisprudenza: notizie, informazioni, consulti e curiosità in formato vocale, in qualsiasi momento della giornata. Il tutto senza intermezzi pubblicitari. Il vostro assistente vocale vi riassumerà la risposta già presente sul portale laleggepertutti.it, offrendovi una versione ancora più “smart” del nostro format”.

Insomma, l’obiettivo è fornire una sorta di prima consulenza legale gratuita e a portata di mano per gli utenti, seppur con qualche grado di approssimazione incolmabile.

L’iniziativa non è piaciuta, però, a morti avvocati e anche l’Associazione italiana giovani avvocati l’ha criticata in un comunicato: “Amazon mette in vendita, anzi svende, la professione legale. Questo ennesimo attacco alla dignità della categoria forense deve comportare un intervento immediato del Governo e dell’Antitrust per fermare questo scempio. Così si mette a rischio la tutela dei diritti dei cittadini che faranno affidamento su pareri privi di garanzia”, ha detto il presidente Francesco Paolo Perchinunno.

Sul tema, in questa newsletter è intervenuto con un parere differente il presidente di Anf, ...

Ancora problemi con le specializzazioni forensi

Ancora questioni sul regolamento delle specializzazioni forensi. Il Tar Lazio ha annullato il regolamento nella parte in cui prevedeva che a conseguire il titolo di avvocato specialista potevano concorrere i dottori di ricerca, mentre per i professori universitari ordinari era necessario un esame.

A rivolgersi ai giudici amministrativi è stato il professore universitario e avvocato palermitano Salvatore Raimondi che dopo anni di insegnamento di diritto amministrativo avrebbe dovuto sostenere un esame per ottenere il titolo. Il regolamento era stato modificato con il decreto del primo ottobre 2020 e prevedeva che l'avvocato professore ordinario di diritto civile, di diritto penale o di diritto amministrativo, e degli altri settori di specializzazione previsti non può avere conferito dal Consiglio nazionale forense il titolo di avvocato specialista, che invece può essere conferito dall'avvocato che abbia conseguito il titolo di dottore di ricerca in uno dei settori di specializzazione.

Il magistrato Lupacchini racconta la sua verità in un libro

Otello Lupacchini racconta la sua versione dei fatt iin un libro dal titolo "De iniustitiale execratione".

L'ex procuratore generale di Catanzaro è stato al centro di uno scontro con Nicola Gratteri per aver pubblicamente criticato la sua indagine "Rinascita-Scott" all'indomani di uno dei blitz, definendola "evanescente". Per questo ha subito un procedimento disciplinare al Csm ed è stato trasferito a Torino, con perdita di tre mesi di anzianità. Ora ha deciso di raccontare i fatti a supporto di quanto da lui detto davanti alla sezione discipliare del Csm.

Morto il presidente emerito Carbone

Il Presidente emerito della Corte Suprema di Cassazione, Vincenzo Carbone, è si è spento il 4 agosto.  "La sua dirigenza è stata improntata all'idea della Giustizia come servizio; un servizio attanagliato da una crisi di funzionalità, le cui cause ha individuato e analizzato, con l'obiettivo di rinvenire i possibili rimedi interni all'organizzazione della Corte. Alla sua Presidenza risale l'istituzione di una sezione civile (la Sesta) avente il compito di selezionare i ricorsi immeritevoli di un utile approfondimento ad opera di una Corte di legittimità. Una innovazione che necessitò di appropriate misure organizzative e che, insieme ad altre, portò la Corte ad invertire, nel 2008, la tendenza negativa all'ampliamento dell'arretrato civile, riuscendo a definire più ricorsi di quanti pervenuti", si legge nel comunicato della Cassazione.

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