Care lettrici, cari lettori,

questa newsletter è dedicata alla storica nomina a primo presidente della Cassazione di Margherita Cassano, prima donna a ricoprire tale incarico, esattamente sessant'anni dopo il primo concorso in magistratura aperto anche alla componente femminile.
La sua nomina si aggiunge a quelle di Maria Masi alla guida del Consiglio Nazionale Forense e di Gabriella Palmieri Sandulli al vertice dell'Avvocatura dello Stato.

E' un segnale non scontato nel mondo della giustizia, che così tardi ha accolto le donne nell'accademia, nell'avvocatura e in magistratura. Con il loro esempio, una nuova generazione di giovani giuriste, avvocate e magistrate avrà la certezza che nulla è più - esplicitamente o implicitamente - precluso.

Un ritratto di Cassano in questa newsletter è offerto da un suo collega di Cassazione, il magistrato Stefano Guizzi, che mette in luce la sua eccezionale cultura giuridica con pronunce che hanno dato un importante contributo giurisprudenziale. Non solo, però: Guizzi non tace anche le grandi difficoltà in cui versa la Corte che ella andrà a dirigere.

Proprio queste difficoltà rischiano di essere enfatizzate dall'anticipazione della riforma civile Cartabia, che dal 28 febbraio è entrata in vigore.

Cassano prima presidente di Cassazione

Il plenum del Csm, alla presenza del presidente Sergio Mattarella, ha nominato Margherita Cassano prima presidente della Corte di cassazione, dopo il pensionamento di Pietro Curzio. Cassano è la prima donna a rivestire l’incarico e lascia il ruolo di presidente aggiunto. 

Fiorentina classe 1955, Cassano è stata eletta all'unanimità dalla Commissione per gli incarichi direttivi del Csm. La sua carriera è cominciata come sostituto procuratore a Firenze, poi è passata alla Direzione distrettuale antimafia. Diventata giudice di Cassazione, è rimasta a Roma fino al 2015, poi è tornata a Firenze dal 2016 al 2020, presiedendo la Corte d’Appello. 

Dal 1998 al 2002 è stata anche consigliera togata del Csm, con il gruppo di Magistratura indipendente.

Entra in vigore la riforma civile

ll 28 febbraio 2023 è entrata in vigore la riforma del processo civile, approvata nel 2021 e che porta il nome dell’ex ministra della Giustizia, Marta Cartabia.

La riforma, frutto del lavoro di una commissione di tecnici e poi approvata a tappe forzate in parlamento, ha come obiettivo il raggiungimento di uno dei pilastri sulla base dei quali i fondi del Pnrr sono stati concessi: la riduzione del 60 per cento della durata dei processi civili e del 90 per cento dell’arretrato cronico entro il giugno 2026.

Qui trovate un approfondimento sul contenuto della riforma, sia in rito che nella parte di informatizzazione.

Magistrati e avvocati sulla riforma

L’entrata in vigore della riforma del processo civile ha mobilitato magistratura e avvocatura. L’Anm, insieme ad Aiga, Anf e all’Unione nazionale camere civili ha tenuto una conferenza stampa per esprimere preoccupazione per l’entrata in vigore delle nuove norme il 28 febbraio.

In un comunicato stampa congiunto hanno definito le percentuali di riduzione dell’arretrato concordate con l’Ue «irrealistiche ed irrealizzabili nei tempi indicati e a parità di risorse di mezzi e di personale di magistratura ed amministrativo». Infatti, «La forte carenza dell’organico, sia dei magistrati che del personale amministrativo, nonché la sua irrazionale distribuzione sul territorio nazionale, l’inadeguatezza dei sistemi telematici soggetti a continue interruzioni, oltre all’ormai cronica fatiscenza delle strutture destinate all’edilizia giudiziaria, sono le vere ragioni della dilatazione dei tempi del processo civile».

La contestazione è che la riforma sia solo di modifica del rito, che è la dimostrazione che il legislatore non è stato «in grado di individuare le vere cause del problema».

Altro problema evidenziato è quello di un mancato intervento sugli applicativi telematici per il processo civile telematico da implementare a tutti i livelli: «assolutamente inadeguati rispetto alle moderne tecnologie, con il forte rischio di un rallentamento del sistema che si ripercuoterà inevitabilmente su cittadini e imprese». 

Per questo viene chiesta la costituzione di un “tavolo di confronto” permanente con la magistratura, l’avvocatura ed il personale amministrativo, e si annuncia la costituzione negli uffici giudiziari distrettuali di nuclei di monitoraggio.

La volontaria giurisdizione dei notai

Con la riforma civile, entra in vigore anche la riforma della volontaria giurisdizione, con la possibilità di rivolgersi anche al notaio, oltre che al giudice.

Il notaio - in quanto pubblico ufficiale che garantisce imparzialità e terzietà - potrà rilasciare le autorizzazioni per la stipula degli atti pubblici e delle scritture autenticate nei quali intervenga un minore, un interdetto, un inabilitato o un soggetto beneficiario della misura dell'amministrazione di sostegno oppure relative ad atti che hanno ad oggetto beni ereditari.

In questo modo si crea una sorta di doppio binario, con la possibilità per le parti di rivolgersi all’autorità giudiziaria o al notaio, quindi a fronte del pagamento della prestazione, con la prospettiva di rendere più veloce il rilascio delle autorizzazioni. 

A titolo esemplificativo, il Consiglio Nazionale del Notariato ha spiegato la procedura:

1. Il notaio rogante rilascia l'autorizzazione, verificando la necessità o l'utilità evidente dell'atto di straordinaria amministrazione nell'interesse della persona sottoposta a misura di protezione ovvero in relazione ai beni ereditari e determina le cautele necessarie per il reimpiego delle somme riscosse dall'incapace in dipendenza all'atto autorizzato.

2. Il notaio comunica l'autorizzazione alla Cancelleria del Tribunale e al Pubblico Ministero presso il tribunale che sarebbe stato competente a emettere il provvedimento.

3. L'autorizzazione rilasciata dal notaio acquista efficacia dopo 20 giorni dalle comunicazioni al tribunale e al pm, senza che sia stato proposto reclamo. L'autorizzazione può essere rilasciata solo dal notaio rogante.

Già i primi intoppi in Cassazione

In uno degli ultimi atti firmati dal primo presidente uscente, Pietro Curzio, la Cassazione ha comunicato che "per indisponibilità del sistema informatico di cui non sono state ancora sviluppate le relative funzionalità" non è possibile fare il deposito telematico dei verbali di udienza.
Teoricamente questo servizio avrebbe dovuto entrare in vigore con la riforma, il 1 marzo, invece in Cassazione si continuerà con il deposito cartaceo dei verbali di udienza fino a quando il sistema non verrà adeguato.
Proprio questo è uno degli intoppi che la magistratura aveva avvertito avrebbe potuto accedere, a causa dell'anticipazione dell'entrata in vigore della riforma civile.

I laici delle magistrature amministrativa e contabile

Il parlamento fa slittare dal 1 marzo all’8 marzo la nomina dei membri laici dei Consigli di presidenza del Consiglio di Stato e della Corte dei Conti.

Le nomine, oggetto di spartizione politica pro quota tra maggioranza e opposizione, non sono ancora state definite. Fonti interne ritengono che dovrebbe trattarsi principalmente di nomi di ex politici.

Il plenum smentisce il Comitato di presidenza sul caso Palamara

Il plenum del Csm ha ribaltato la proposta del Comitato di presidenza (composto dal vicepresidente Fabio Pinelli e dai due membri di diritto della Cassazione) e ha deciso a maggioranza di costituirsi parte civile nel processo a carico dell'ex toga Luca Palamara, per il quale la Procura di Perugia ha chiesto il rinvio a giudizio con l'accusa di corruzione per l'esercizio della funzione e in atti giudiziari per i fatti commessi negli anni in cui era componente del Csm.

La delibera alternativa è stata proposta a firma dei consiglieri laici Felice Giuffrè, Daniela Bianchini, Isabella Bertolini e Rosanna Natoli (in quota Fdi) e di Michele Papa (in quota M5s) e si legge che a Palamara «è contestata la messa a disposizione delle proprie funzioni, anche di componente dell'organo di governo autonomo della magistratura, in favore di persone in cambio di utilità». I voti a favore sono stati 23, mentre quella del Comitato di presidenza ha preso solo 5 voti. Una astensione.

La decisione è stata presa in vista dell'udienza preliminare fissata per il 7 marzo. 

La salute di Cospito

Alfredo Cospito, l’anarchico in sciopero della fame al 41 bis da più di 130 giorni, è stato ritrasferito nel carcere di Opera, presso il Servizio di assistenza integrata. Prima era stato spostato nella struttura sanitaria San Paolo di Milano, a causa delle sue condizioni di salute.

La settimana scorsa la Cassazione ha respinto il ricorso della difesa contro l’ordinanza di carcere duro disposta dal tribunale di sorveglianza di Roma. Cospito ha annunciato la ripresa dello sciopero della fame, con assunzione solo di acqua e sale.

Pratica a tutela per giudici di Cospito

I consiglieri di Magistratura indipendente hanno chiesto al Comitato di presidenza del Csm di aprire una pratica a tutela di tutti giudici, a partire da quelli della Cassazione, che si sono pronunciati sul caso di Alfredo Cospito. Secondo Mi, i colleghi sono stati oggetto di una «denigrazione generica e generalizzata» e di una «delegittimazione diffusa ed indiscriminata». Il riferimento è alle parole sia del difensore di Cospito che del senatore Luigi Manconi, oltre agli slogan scanditi in piazza dagli anarchici.

Nuovi incarichi ministeriali

Il Csm ha dato il via libera alla collocazione fuori ruolo del procuratore per i minorenni di Firenze, Antonio Sangermano, dopo la nomina a capo del dipartimento della giustizia minorile deciso dal ministro Carlo Nordio. Sangermano è membro dell'Associazione nazionale magistrati eletto nella lista di Magistratura indipendente per il gruppo Movimento per la Costituzione.

Nordio ha poi chiesto al Csm di lasciare fuori ruolo il magistrato Giuseppe Fichera, che continuerà a svolgere il ruolo di vicecapo del Dipartimento per la transizione digitale della giustizia, attribuitogli da Marta Cartabia. 

Rate di cassa forense

È scaduta il 28 febbraio la prima rata dei contributi previdenziali per gli avvocati. Sul sito di Cassa Forense ci sono tutte le informazioni con le scadenze per il 2023, la contribuzione minima obbligatoria per il 2023 è di 3.185 euro. Le scadenze per le altre rate sono il 30 aprile per la seconda rata e il 30 giugno per la terza e il 30 settembre per la quarta. 

Avvocati contro il ministero dell’Economia

I ministeri del lavoro e dell’economia hanno negato l’approvazione della delibera adottata da Cassa forense che stabiliva l’estensione anche al 2022 dell’esonero del pagamento del contributo integrativo minimo, già sospeso nel periodo 2018/2022.

L’Organismo congressuale forense con il coordinatore Mario Scialla ha stigmatizzato questa decisione, visto che «La mancata sospensione colpisce gli avvocati con i redditi più bassi in modo incomprensibile». 

A indignare sono anche le ragioni del diniego, perchè i ministeri hanno stigmatizzato il fatto che circa un terzo degli iscritti dichiari un fatturato inferiore a 17.750 euro e invita Cassa forense ad effettuare un puntuale approfondimento su costoro, «i quali, -ci si spinge ad ipotizzare- probabilmente, esercitano altre professioni per le quali è richiesta l’iscrizione ad un albo o, ancor peggio, sono lavoratori dipendenti».

Il congresso giuridico del Cnf

A Roma, dal 2 al 4 marzo, il Consiglio nazionale forense ha organizzato l’appuntamento formativo nazionale per gli avvocati. Il Congresso giuridico è alla sua decima edizione, dà diritto a un massimo di 20 crediti e sarà un’occasione per approfondire le novità delle riforme Cartabia e le loro applicazioni.
Organizzato in collaborazione con la Scuola superiore dell’avvocatura, sono previste 9 sessioni formative, circa 100 relatori, 40 seminari monotematici dedicati ai temi più importanti del diritto in questo momento, a partire dal nuovo rito civile.

Il congresso nazionale di Unicost

Il 10 e l’11 marzo si svolgerà a Bologna il Congresso nazionale di Unità per la Costituzione, dal titolo “La giustizia e la magistratura tra riforme e rinnovamento”.

Quattro le sessioni programmate, con interventi di magistrati e professionisti del diritto: Riforme e nuovo assetto ordinamentale della magistratura; Attività del Csm e prospettive di rinnovamento; Focus sulla criminalità organizzata; Quali prospettive per l’associazionismo giudiziario.

Il convegno della Corte dei Conti

Il 13 marzo 2023 alle ore 15, a Roma, presso la sede centrale della Corte dei conti, si terrà il convegno dal titolo “La paura della firma tra mito e realtà: riflessioni sulla Corte dei conti e sulle sue funzioni”. I lavori, che si apriranno con un intervento di saluto del Presidente della Corte dei conti, Guido Carlino, sono coordinati dal Presidente di Sezione della Corte dei conti e docente SNA, Vito Tenore.
 

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