Per la prima volta dalla prima repubblica, il Consiglio superiore della magistratura elegge un vicepresidente d’area centrodestra. A riuscire nell’impresa è la Lega con il laico Fabio Pinelli, dopo aver giocato al meglio le sue carte in parlamento e l’esclusione del nome forte di Fratelli d’Italia, Giuseppe Valentino. Prima di lui, infatti, erano stati eletti Michele Vietti, laico Udc eletto in minoranza e poi i dem Roberto Legnini e David Ermini.

«Il Csm è presidio di indipendenza della magistratura, Con la sua elezione è divenuto il punto di riferimento e di raccordo di tutti i componenti del Consiglio, che devono sentirsi da lei rappresentanti, ascoltati e garantiti nell'esercizio delle loro funzioni», sono state le parole che gli ha rivolto il presidente del consiglio, Sergio Mattarella. 

La vittoria, tuttavia, è stata complicata. Pinelli ha prevalso sul laico in quota Pd, Roberto Romboli, solo al terzo scrutinio in cui è stata sufficiente la maggioranza dei voti e non dei componenti. Naufragati i buoni propositi di eleggere un vicepresidente legittimato da una maggioranza larga in cui speravano soprattutto i centristi e gli indipendenti, il plenum è diviso e ha reso intuibili i due blocchi verso cui si stanno polarizzando i consiglieri. 

Pinelli è stato eletto alla terza votazione con 17 voti - dopo averne totalizzati 14 e poi 15 nelle prime due – e intorno a lui si è consolidata l’asse tra la corrente conservatrice di Magistratura indipendente, che è il gruppo più numeroso con 7 voti e i 7 laici di centrodestra. Per lui, poi, si sarebbe espresso anche il togato indipendente Andrea Mirenda, che proviene da una storia culturale progressista (è stato per vent’anni iscritto a Magistratura democratica) e altri due componenti slegati dai gruppi.

In favore del costituzionalista pisano Romboli – che ha preso 13 voti in prima votazione, 12 in seconda a 14 in terza – si è schierata la corrente progressista di Area coi suoi 6 componenti e anche i 4 voti delle toghe centriste di Unicost e quello di Magistratura democratica, oltre ad altri due voti. Una sola la scheda bianca nel voto finale. Al netto dei singoli voti a scrutinio segreto, tuttavia, è già emersa una saldatura tra i progressisti e i centristi, mentre il gruppo di Mi ha trovato sintonia con i laici di centrodestra. Una divisione, questa, che spacca a metà il consiglio (13 contro 13, considerando che il vicepresidente di norma si astiene dalle votazioni) e rende determinante nelle future decisioni l’orientamento dei membri indipendenti. 

Chi è Pinelli

Il neo vicepresidente Pinelli, tuttavia, ha giocato bene le sue carte: avvocato padovano, difensore dei leghisti Luca Morisi, Armando Siri e Luca Zaia ma mai membro del partito, ha saputo coltivare un profilo indipendente e bipartisan. Ospitato con alcuni interventi su Questione giustizia, la rivista storica di Md, e membro della fondazione Leonardo presieduta da Luciano Violante, Pinelli non inizia il mandato senza l’ostilità della minoranza. «Non possiamo dire di conoscerlo approfonditamente, ma siamo aperti a valutarne l’operato senza preclusioni. Pinelli proviene dall’avvocatura con cui Area ha una lunga storia di collaborazione, a differenza della corrente che lo ha sostenuto», ha detto il togato di Area, Marcello Basilico al termine della votazione, rammaricandosi però della mancata elezione di Romboli, perchè «non aver eletto un accademico con la sua storia di difesa dei valori costituzionali e la sua conoscenza dell’ordinamento giudiziario è un’occasione persa».

A favore del laico in quota Lega, tuttavia, avrebbe prevalso anche una valutazione di opportunità: scegliere un vicepresidente della stessa area di governo sarebbe stata considerata una scelta migliore, per non mettere il Csm nel mirino degli altri poteri. 

Nel suo breve discorso di saluto, Pinelli ha citato le parole del magistrato Rosario Livatino, ucciso dalla stidda agrigentina a 38 anni e proclamato beato, “Quando moriremo nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti ma quanto siano stati credibili”. «Cerchiamo di essere credibili, trasparenti e mai obliqui, nell'interesse supremo del Paese», ha detto. La sua agenda di impegni è già fitta: oggi all’inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione e sabato a quella nella corte d’appello di Palermo.

Parallelamente, tra i dem si sono alzate voci critiche sulla scelta di Romboli come nome d’area eletto. Secondo fonti esterne dal Csm, infatti, nella bocciatura del costituzionalista in pensione da parte dei togati sarebbe pesato anche il suo passato di allievo di Alessandro Pizzorusso, costituzionalista ed ex membro laico del Csm eletto dal Pci, che nel marzo 1992 firmò sull’unità una lettera in cui dichiarava l’inidoneità di Giovanni Falcone al ruolo di procuratore antimafia. Un dettaglio forse trascurato dai parlamentari, ma noto ai togati.

gli effetti politici

L’elezione di Pinelli e la vittoria della Lega provoca conseguenze anche nella maggioranza, in cui la spaccatura sulla giustizia è sempre più evidente.

Non a caso, nella nota di palazzo Chigi di congratulazioni si fa riferimento alla «certezza della leale collaborazione col governo». La vicepresidenza del Csm, infatti, è un ruolo chiave: ha un filo diretto con il Quirinale ed è la voce del Csm nel tutelare la magistratura anche rispetto al ministero della Giustizia. Sarà fondamentale in questa legislatura, viste le posizioni del guardasigilli ed ex magistrato Carlo Nordio, deciso promuovere carriere separate e a ridurre l’egemonia dei pm e che si è già reso protagonista di uno scontro acceso con le toghe su antimafia e intercettazioni.

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