- Palermo è in preda all’ira, schiacciata, Palermo è senza respiro per qualcosa che mai avrebbe potuto immaginare appena qualche stagione fa. Mal tollerato il dissenso, proibiti gli scarti di percorso e le digressioni, ogni 23 maggio e ogni 19 luglio d’ora in poi saranno celebrati sotto il segno dell’obbedienza
- Quanta ipocrisia intorno agli “eroi” di Capaci e di via D’Amelio, quante imposture s’inseguono e s’incastrano fra la Sicilia e Roma, sponde di inganni, proclami e prediche, giochi di prestigio per cancellare quello che potremmo definire “il pluralismo dell’antimafia”
- Colpe gravi e segnali non colti. Un movimento che, lentamente e inesorabilmente, si è cannibalizzato
Passo dopo passo e mossa dopo mossa, implacabilmente stanno ammazzando l’antimafia. Con perversa puntualità, approfittando delle ricorrenze più significative, sembra che non vogliano fare prigionieri fuori dall’ufficialità e dalla pomposità delle corone di fiori e delle fanfare. È accaduto il 23 maggio con la questura di Palermo che ha vergognosamente dato l’ordine di caricare un pacifico corteo di studenti e di sindacalisti in movimento per raggiungere l’albero Falcone, si replica in questi



