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Abbiamo rimosso la fine dalle nostre vite e dalla società

  • Oggi riusciamo a tollerare più facilmente uno sciopero dei trasporti pubblici che uno degli sceneggiatori. L’idea che la nostra serie televisiva preferita si interrompa è intollerabile, così come ogni limite nella nostra vita
  • Non accettiamo la fine della nostra giovinezza, della forma fisica, del lavoro e persino la morte ci sta stretta. Ma se non riconosciamo che le cose possano avere una fine, allora niente può davvero avere un inizio. 
  • Un discorso che vale anche per la politica, che sembra essere paralizzata dalla paura della fine e usa una narrazione consolidata per rassicurare i cittadini

Accanto alle manifestazioni che animano le piazze di mezzo mondo, questa settimana assistiamo alla protesta di una categoria destinata a toccarci direttamente nel nostro quotidiano, quella degli sceneggiatori di Hollywood. Non è uno scherzo: ormai riusciamo quasi più a sopportare di rimanere bloccati per uno sciopero del trasporto pubblico piuttosto che a metà della nostra serie televisiva preferita. Se già abbiamo inventato il termine “post-binge-watching blues” per definire l’angoscia che c

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