Alle celebrazioni di questi giorni mancano il coraggio burbero e l’onestà intellettuale del celebrato. Nell’ergersi a campione della democrazia minacciata dal populismo, Craxi ha dato la stura a un populismo cinico e amorale. Un’eredità che non si può tacere, con tutto il rispetto per la sua fine drammatica
Nelle celebrazioni di Craxi cui stiamo assistendo in questi giorni manca il coraggio burbero e l’onestà intellettuale del celebrato. Onesto e sgradevole Craxi fu, per esempio, quando parlando il 14 maggio 1984 al Congresso PSI di Verona commentò così i fischi rivolti dai militanti socialisti a Enrico Berlinguer tre giorni prima: «So bene che non ci si indirizzava a una persona, ma a una politica, che noi giudichiamo profondamente sbagliata, e se i fischi erano un segnale politico che manifestava



