- L’astuzia della ragione ha fatto sì che Liliana Segre, ebrea reduce dei campi di sterminio nazisti, abbia dovuto presiedere la prima seduta del Senato della repubblica nel mese in cui cade il centenario della marcia su Roma.
- Partendo da qui, il discorso della senatrice non poteva che insistere sui valori fondanti espressi nella prima parte della nostra Carta costituzionale.
- Il messaggio è chiaro: chi vince le elezioni ha il diritto di governare, ma nel quadro tracciato dalla Costituzione repubblicana.
L’astuzia della ragione ha fatto sì che Liliana Segre, ebrea reduce di Auschwitz, abbia dovuto presiedere, per l’assenza di Giorgio Napolitano, la prima seduta del Senato della repubblica nel mese in cui cade il centenario della marcia su Roma. La senatrice non ha mancato di ricordarlo. Come non bastasse, ha dovuto cedere il proprio scranno ad Ignazio Benito (!) La Russa, esponente di spicco dell’Msi guidato dal fu caporedattore del Manifesto della razza Giorgio Almirante, acclarato collezion



