I partiti sono a corto di idee, a meno di un anno dalle elezioni litigano su provvedimenti simbolici e promettono soltanto bonus o grandi sconti fiscali a debito.

Per questo Domani inizia, con il congruo anticipo in vista del voto 2023, a raccogliere ed elaborare spunti concreti per un programma a disposizione di tutti i partiti che vorranno farlo proprio.

Le proposte che raccogliamo devono essere dettagliate, realizzabili, e orientate ad aumentare la sostenibilità e l’equità, anche e soprattutto attraverso una maggiore crescita inclusiva. Per partecipare a questo dibattito, scrivete a lettori@editorialedomani.it

Cominciamo con le proposte del Forum Disuguaglianze e Diversità che si sono rivelate tra le più votate nel percorso delle Agorà del Pd. 


Immaginate una società dove chiunque a 18 anni riceva dalla collettività un’eredità, e, dove, sin dai 14 anni ragazze e ragazzi sono accompagnati e stimolati a pensare e a sognare l’utilizzo individuale o collettivo di queste risorse.

Immaginate che il finanziamento di questa eredità universale venga raccolto attraverso un ripensamento radicale dell’imposta sui grandi trasferimenti di ricchezza che passano di generazione in generazione, rendendo questa tassazione più equa.

Una società che si muove in questa direzione, come proponiamo come Forum Disuguaglianze e Diversità, è una società che crede che sia ingiusto che a determinare la realizzazione dei piani di vita dei giovani siano la lotteria della nascita e la ricchezza familiare.

È una società più efficiente, perché liberando i destini individuali da questo condizionamento libera il dinamismo dell’economia. Ed è una società che prende sul serio la necessità di un riequilibrio di risorse, e di potere, fra le generazioni, dando una risposta alla crisi generazionale che attanaglia il nostro paese, dove le nuove generazioni contano sempre meno numericamente, economicamente, e politicamente.

Certo, ai giovani e alle giovani servono anche una buona istruzione e serie prospettive di lavoro. Non a caso, il ForumDD ha proposte anche su questi temi. Ma serve anche una base di ricchezza, come sanno quelli che ne possono disporre.

Questa base assicura un cuscinetto di risorse su cui contare, rende più liberi di fare scelte anche rischiose come un percorso imprenditoriale, di intraprendere studi più in linea con le proprie aspettative, di rifiutare lavori poco dignitosi, di fare esperienze formative come un lungo viaggio.

Fidarsi dei giovani

La nostra proposta ha tre gambe. La prima è il trasferimento di ricchezza al compimento dei 18 anni, che proponiamo sia il 10 per cento della ricchezza media personale, equivalente oggi a circa 15.000€. La somma infatti dovrebbe essere sufficientemente ampia da non essere percepita come poco significativa dai beneficiari, ma non tanto da mettere a repentaglio le altre spese per il welfare.

L’eredità è un trasferimento universale che la collettività decide di dare a tutti i suoi membri, come requisito per poter realizzare i piani di vita, senza esclusioni e divisioni tra chi riceve e chi dà. La selettività, peraltro, non solo è inevitabilmente arbitraria (come fare a sapere che chi ha x è bisognoso e chi ha x+1 non lo è?), ma favorisce comportamenti distorsivi per rientrare fra i beneficiari, con costi aggiuntivi di monitoraggio. L’effetto distributivo congiunto di tassazione e trasferimento ai giovani rimane comunque progressivo. Tutti ricevono l’eredità, ma solo i più ricchi pagano.

L’eredità è anche incondizionata. Questo significa fidarsi dei giovani, dar loro risorse e al tempo stesso autonomia, evitando paternalismo o che le loro scelte siano affidate a un ufficio ministeriale. Inoltre, ogni condizione andrebbe monitorata e verificata, generando sfide amministrative considerevoli con costi sostanziosi e prevedibili distorsioni. Di nuovo, efficienza ed equità sono complementari.

Prevedere l’assenza di condizioni non significa disinteressarsi alle scelte e sottovalutare i rischi di spreco o di abuso.

L’erogazione dell’eredità è accompagnata dall’offerta di servizi che aiutino a prendere decisioni informate sull’utilizzo delle risorse, sia coinvolgendo le scuole secondarie, sia predisponendo l’attivazione di gruppi territoriali costruendo così un vero e proprio welfare di comunità. E’ questa la seconda gamba della proposta.

Successione e donazione

Infine, la terza gamba, ovvero la rimodulazione dell’attuale sistema di tassazione di successioni e donazioni. Bisognerebbe concentrarsi sulle grandi fortune ricevute da pochissimi individui nel corso della loro vita, tassandole al momento del trasferimento, indipendentemente dal grado di parentela fra chi dona e chi riceve e dalla natura dei patrimoni trasferiti. Per questo motivo potremmo parlare di una nuova imposta sui “vantaggi ricevuti” a sostituzione dell’attuale timida tassazione sulle eredità e le donazioni.

Chi riceve oggi dai propri genitori una donazione di 1 milione di Euro paga zero imposte, mentre un lavoratore che guadagna 1 milione di Euro nell’arco di 45 anni di lavoro versa circa 400mila euro fra imposte sul reddito e contributi sociali.

La nuova imposta sarebbe fortemente progressiva con un’unica e generosa soglia di esenzione, pari a 500 mila Euro che escluderebbe dalla tassazione più del 95 per cento degli eredi.

Tassando al 5 per cento i trasferimenti superiori ai 500mila fino ma inferiori al 1 milione di euro, al 25 per cento fino ai 5 milioni e al 50 per cento dai 10 milioni in su, si otterrebbero circa 5.4 miliardi di euro di risorse finanziarie aggiuntive rispetto all’attuale gettito (da destinare a parziale copertura dei 9 miliardi necessari a finanziare l’eredità universale). Con la nuova imposta, chi eredita 1 milione di Euro pagherebbe 25mila euro.

Inoltre, a differenza di quanto avviene oggi, la quasi totalità del nuovo gettito proverrebbe da chi riceve almeno 1 milione di Euro.

Il numero di persone soggette a tassazione sarebbe quasi dimezzato. La soglia di esenzione, inoltre, escluderebbe completamente la classe media, così rappresentando un equilibrio molto ragionevole tra il legittimo diritto di ogni famiglia di provvedere ai propri figli e il legittimo obiettivo di ridurre le disparità di opportunità nella nostra società. Si tratta di vantaggi non da poco per un’imposta poco amata dall’opinione pubblica.

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