- Dopo due giorni di polemiche su Giorgia Meloni che fa campagna elettorale sugli stupri ed Enrico Letta che procede a colpi di slogan incomprensibili (“occhi di tigre”, “viva le devianze”), vedere Draghi genera subito nostalgia per un’occasione mancata.
- Il governo Draghi ha dimostrato limiti strutturali dovuti alla formula politica alla sua base e al contesto ma ha creato un chiaro termine di paragone.
- Il governo Draghi si può analizzare, e criticare, perché si è mosso in uno spazio sgombro dalla propaganda. Per usare il gergo della statistica, è possibile individuare il “segnale” perché il “rumore” è poco.
Il governo Draghi è sempre stato un esperimento temporaneo. E prolungarlo, nella sua versione attuale o in quella sublimata della “agenda Draghi”, è sempre stata la posizione di chi temeva l’esito delle elezioni. Eppure a sentire l’intervento del presidente del Consiglio al meeting di Rimini si capisce che c’è una più che legittima richiesta di continuità: quella di metodo, di contenuto e, perché no, di stile. Dopo due giorni di polemiche su Giorgia Meloni che fa campagna elettorale sugli stu



