- Quando si produce una crisi di sistema in genere non c’è mai un vincitore, e il campo degli sconfitti è comunque più affollato.
- Ciascuno leader coltiva il proprio appezzamento di terra, piccolo o grande che sia, senza mostrare di rendersi conto che la difficoltà del campo vicino, e perfino del campo avverso, può essere almeno altrettanto rovinosa.
- La politica e i suoi protagonisti dovrebbero imparare a rispecchiarsi nella realtà in cui sono immersi. E riconoscendola finalmente per quello che è – una crisi di sistema, appunto – pian piano provassero a venirne fuori.
Ora che la polvere si è depositata sui risultati degli ultimi voti (referendum. amministrative) ci si può cominciare a interrogare su cosa ci stia politicamente capitando. Magari sottraendosi alla troppo ovvia contabilità di chi ha vinto e chi ha perso, e cominciando piuttosto a ragionare sul fatto più banale eppure più cruciale: e cioè che quando si produce una crisi di sistema in genere non c’è mai un vincitore, e il campo degli sconfitti è comunque più affollato. Infatti la cronaca di ques



