Nessuno crede all’errore nell’attacco alla Ong americana. È in corso un’escalation che punta ad allargare il conflitto: ora popolo e politica in Israele devono dire “basta”
Né il Washington Post, né la stessa Ong americana World Central Kitchen, come molti altri d’altronde, credono all’“errore” nel caso dell’uccisione dei sette operatori umanitari: pare che i colpi siano stati tre, ciascuno distinto dal successivo e in sequenza distanziata, molto precisi, miranti a colpire personale già ferito che stava trasbordando da un’auto all’altra per evacuare la zona. Probabilmente si tratta di un’azione dettata dalla politica: un’ulteriore accelerazione del governo Netanyah



