Il progetto di legge sull’introduzione della misura economica presentato dai partiti d’opposizione risulta fermo. Eppure il sostegno ai più fragili avrebbe diversi vantaggi. Tra tutti la ripresa dei consumi
Un percorso comune tra Italia e Germania. Come ha scritto alcuni giorni fa Lorenzo Castellani su questo giornale, il nuovo governo tedesco sta rendendo la nostra relazione con la Germania ancora più importante sia sul piano economico che politico. Ci troviamo allineati su temi come l’immigrazione, il Green Deal, la politica industriale e la regolazione del mercato europeo.
È vero che la politica economica espansiva della Germania potrebbe influenzare positivamente anche la politica economica dell’Italia, ma le differenze strutturali tra i due paesi sono molto forti. Tra le diverse misure previste dal piano di rilancio dell’economia tedesca vi è anche l’aumento del salario orario minimo da 12,82 a 15 euro.
Il salario orario minimo in Europa varia significativamente da paese a paese. Alcuni paesi hanno un salario orario minimo elevato, come Lussemburgo (14,86 euro), Paesi Bassi (13,27 euro) e Irlanda (12,70 euro). Il salario orario minimo in Francia è di 11,88 euro (a partire dal 1° novembre 2024), in Germania di 12,82 euro (dal 1° gennaio 2025) e nel Regno Unito (dal 1° aprile 2024) varia in base all'età, con un minimo di 10,42 sterline (circa 11,94 euro). Gli importi indicati sono tutti al lordo delle imposte.
SALARI E DIGNITÀ
Fissare un salario orario minimo significa attuare il dettato della nostra Costituzione. La dignità umana è un principio fondamentale sancito dalla Costituzione italiana, espresso principalmente nell'articolo 3. Questo articolo afferma che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale. La Costituzione non fornisce una definizione specifica di "dignità umana" ma la include come un valore che permea l'intero testo e che è tutelato attraverso una serie di garanzie e diritti, come l'uguaglianza, i diritti inviolabili dell'uomo, e il diritto alla libertà.
Completa questa visione l’articolo 36 della Costituzione che stabilisce: «Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa». Come può essere rispettata la dignità umana quando troviamo salari basati su un compenso orario inferiori a sei euro lordi o anche meno? Inutile che il governo dica che il salario minimo deve essere fissato dai contratti collettivi di lavoro.
Ci sono settori in cui il contratto collettivo non viene applicato per mancanza di adesioni sindacali da parte dei datori di lavoro. E questo riguarda soprattutto le piccole imprese.
Il governo è riuscito ad infilare in un binario morto del parlamento il progetto di legge sul salario minimo presentato dai partiti dell’opposizione. Sorge il legittimo sospetto che l’avversione per il salario minimo trovi la sua ragione d’essere nel non voler obbligare al rispetto di una tale norma i piccoli imprenditori e artigiani e altri piccoli datori di lavoro che notoriamente votano per i partiti di destra. Gli stessi premiati con una flat tax, con la riduzione delle aliquote Irpef, con diversi condoni e rottamazione delle cartelle esattoriali.
Gli stessi che Istat e Bankitalia identificano come i maggiori evasori fiscali. Dunque, non fissare un salario orario minimo rappresenta un altro regalo a queste categorie con lo scopo preciso di raccogliere consenso elettorale, piuttosto che aiutare quei lavoratori (uno su dieci) che percepiscono un reddito insufficiente a garantire un livello di vita dignitoso.
I VANTAGGI
Purtroppo il modesto livello scolastico e culturale dei componenti di questo governo palesato in diverse occasioni, impedisce di vedere i vantaggi del salario minimo. In questo momento l’economia italiana è stagnante e una delle ragioni risiede nell’arresto dei consumi.
Tale arresto è dovuto al livello dei salari che in Italia sono tra i più bassi in Europa e sono rimasti sostanzialmente fermi per un lungo periodo... Negli ultimi 30 anni, i salari reali in Italia sono cresciuti solo dell'1 per cento, mentre la media dell'area Ocse è del 32,5 per cento. Dal 1992 al 2024 in Germania i salari sono aumentati del 32 per cento.
Il salario minimo potrebbe aumentare significativamente i consumi, soprattutto per i lavoratori a basso reddito creando un effetto moltiplicatore sull'economia, poiché le imprese avrebbero maggiori entrate e potrebbero, a loro volta, aumentare la produzione e l'occupazione, creando così un circolo virtuoso contribuendo a ridurre le disuguaglianze e a realizzare una maggiore equità sociale.
Prescindendo dal salario minimo, ci si chiede comunque come sia possibile che l’Italia possa programmare un percorso economico comune con la Germania. Mentre la Germania programma investimenti di centinaia di miliardi di euro nei prossimi anni l’Italia può stanziare solo qualche miliardo a causa del debito pubblico elevato.
Mentre la Germania investe in ricerca e sviluppo oltre il tre per cento del Pil l’Italia investe poco più dell’uno per cento del Pil. L’idea di un percorso economico e politico a fianco della Germania potrebbe essere una mossa strategica vincente ma le differenze dei due contesti lo rendono assai difficile. L’Italia cominci a colmare il gap con la Germania approvando la legge sul salario minimo.
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