- Sembra impossibile guardare i mondiali senza consultare un passo di Kant a ogni calcio d’angolo. Quanti dilemmi morali si pongono, a partire dalla questione della liceità stessa di vedere e commentare una manifestazione organizzata da un regime corrotto e oppressivo, cosa che ha indotto perfino i filoputiniani del Fatto quotidiano a ignorare l’inaccettabile evento sportivo nel regime qatariota.
- Il grande dilemma che sottende tutti i piccoli dilemmi derivati è: si può fare il tifo per i cattivi? Si possono sostenere i non-abbastanza-buoni, tipo i pavidi indossatori dell’orgoglio “one love”, o bisogna inchiodarli agli standard etici che essi stessi hanno fissato e poi disatteso?
- La risposta è sì. E la ragione è – o dovrebbe essere – perfino ovvia per chi ha alle spalle la tradizione dell’occidente democratico e plurale, che pur con tutti i suoi aspetti criticabili qualche pilastro di civiltà nei secoli lo ha costruito.
Sembra impossibile guardare i mondiali senza consultare un passo di Kant a ogni calcio d’angolo. Quanti dilemmi morali si pongono, a partire dalla questione della liceità stessa di vedere e commentare una manifestazione organizzata da un regime corrotto e oppressivo, cosa che ha indotto perfino i filoputiniani del Fatto quotidiano a ignorare l’inaccettabile evento sportivo nel regime qatariota. Poi c’è la birra vietata sugli spalti, le fasce arcobaleno al braccio annunciate e poi lasciate ne



