Commenti

Il dovere dell’ascolto: insegniamo ai giovani il reciproco dissenso

Dalla contestazione a Roccella fino alla manifestazione al Salone del Libro, per molti giovani è più difficile confrontarsi con docenti e politici che trincerarsi dietro urla e slogan. Per tagliare l’erba sotto i piedi dell’estremismo, dobbiamo gettare ponti di dialogo, facendo sperimentare il confronto aspro, spiegando che la strada dell’intolleranza è sbagliata. Ma possiamo farlo solo se non ci asserragliamo dietro le forze dell’ordine

Ci risiamo. Nei giorni scorsi è andato in scena il solito scontro tra sordi. Il 9 maggio un collettivo trans-femminista ha contestato la ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella. Nonostante i ripetuti inviti a partecipare al dibattito, le attiviste si sono sottratte al dialogo, urlando slogan dal fondo della sala. La ministra, perciò, ha preferito andarsene accusandole di censura. Difficile non essere d’accordo con Mattarella quando dice che «mettere a tacere

Per continuare a leggere questo articolo

VAI ALLA PAGINA DELL’AUTORE