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Il sentimento di catastrofe dei manifestanti in Israele è l’occasione per cambiare

  • Le ragioni delle straordinarie proteste in Israele contro la riforma della giustizia nascono da profonde contraddizioni insite fin dalla genesi del Paese. 
  • La contraddizione primigenia riguarda l’ingerenza della religione nello “Stato del Popolo Ebraico”. Tuttavia, oggi esiste l’opportunità storica di trasformare queste tensioni in un dialogo che affronti le contraddizioni di quella società.
  • Il primo passo inderogabile in direzione di un progetto di immaginario collettivo rinnovato in cui si possano ritrovare le mille tribù del Paese.

«Non ho dubbi che fra mille anni gli ebrei esisteranno ancora come tali. Non ho dubbi che fra mille anni lo stato di Israele attuale non esisterà più». Così Vittorio Dan Segre nel 2006 apriva il suo saggio Le Metamorfosi di Israele. Di fronte ai recenti accadimenti per le strade di Tel Aviv e nei palazzi del potere di Gerusalemme, è lecito chiedersi se quella che sembrava allora una lontana profezia non sia già oggi realtà. La riflessione di Segre traeva ispirazione non tanto dall’ennesima tens

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