- II suicidio della studentessa dello Iulm di Milano di cui si è avuta notizia qualche giorno fa è una tragedia che lascia sbigottiti.
- La risposta più urgente a tragedie simili è di solito il potenziamento della risposta medica: bisogna incrementare gli sportelli psicologici.
- Continuiamo a medicalizzare il dolore, spostando negli negli studi psichiatrici quello che dovrebbe essere al centro delle pubbliche piazze: una società che ogni giorno bombarda i suoi cittadini con le logiche velenose e performative del mercato e poi, nel migliore dei casi, gli paga lo psicologo.
Un suicidio è sempre un evento con radici insondabili, che si può indagare solo fino a un certo punto. Tanto più nel caso del suicidio della studentessa dello Iulm di Milano, si è di fronte a una tragedia che lascia sbigottiti. Non è di lei che voglio parlare, ma di un’analogia tra chi, in diversa misura interpellato dall’evento, ha dovuto commentarlo. Gianni Canova, rettore dell’Università Iulm: “Sappiamo che le richieste di aiuto ai nostri sportelli di counselling psicologico sono negli u



