- L’idea di connettere arresto delle migrazioni e sviluppo è irrealistico. Ciò che si può fare subito è un accordo basato sul numero di africani dei quali ogni paese europeo ha bisogno per il suo mercato del lavoro.
- L’idea di formarli a casa propria deve spingere invece gli europei a migliorare il proprio sistema educativo pubblico, oggi in difficoltà un po’ ovunque (e addirittura crollato in Africa).
- Per lo sviluppo c’è poi bisogno di un vero piano di partenariato che veda le nostre Pmi supportate in alcuni settori.
A cosa può assomigliare un piano Mattei italiano sull’Africa? La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parlato di un “piano Mattei” per il continente africano, sia per rispondere alle sue necessità di sviluppo che per reagire ai flussi migratori, in specie quelli non regolati. L’Italia ha un suo approccio che dura, pur in maniera discontinua, da circa 10 anni: negoziare con i paesi di transito perché trattengano i migranti. Nel caso del Niger il piano funziona; non in quello della Libia



