- Il “recepimento” di un atto amministrativo in una norma di legge, com’è avvenuto per la risoluzione della concessione autostradale nei riguardi della Strada dei Parchi S.p.A, presenta criticità rilevanti.
- C’è un ministero che adotta un provvedimento amministrativo di risoluzione di una concessione; un legislatore che si sovrappone al ministero e “traduce” il provvedimento in decreto-legge; un giudice che, a seguito di ricorso, produce l’effetto di sospendere gli effetti non solo del provvedimento, ma anche del decreto-legge.
- Ritenere che il decreto-legge sopravviverebbe anche in caso di annullamento da parte del TAR del provvedimento amministrativo “incorporato”, significherebbe che il legislatore può fare ciò che vuole, con buona pace delle garanzie del “giusto procedimento” previste nei rapporti tra privati e pubblica amministrazione.
Durante il periodo di emergenza pandemica, abbiamo più volte segnalato intrecci tra atti normativi e amministrativi, con conseguente confusione nel sistema delle fonti del diritto. Nella vicenda relativa alla risoluzione della concessione autostradale per la A24 e A25 (Roma-Pescara-L’Aquila), nei riguardi della concessionaria Strada dei parchi s.p.a, (Sdp), di cui ha trattato qualche giorno fa su queste pagine Giorgio Meletti, si è avuta un’ulteriore evoluzione di tale intreccio. C’è un minis



