- Quelli a Sanremo non sono monologhi, ma omelie (più o meno) laiche, che conservano però tutto della loro origine pretesca: atteggiamento ex cathedra, costume dell’officiante, mozione degli affetti, assenza di contraddittorio, linguaggio ultrasemplice e accessibile a tutti.
- Ogni criticità, ogni complessità è bandita.
- Sanremo è in fondo l’ennesima riproposizione del monito berlusconiano: parla al consumatore come fosse un bambino di undici anni non troppo intelligente.
Non ricordo quando è cominciata l’abitudine di proporre i monologhi a Sanremo. Che poi monologhi non sono: chi li “recita” non è un attore, e il testo non ha nessuna pretesa artistica. Il contenuto di questi momenti è unicamente morale, pedagogico, e dovrebbero quindi essere chiamati per quello che sono: prediche. Omelie (più o meno) laiche, che conservano però tutto della loro origine pretesca: atteggiamento ex cathedra, costume dell’officiante, mozione degli affetti, assenza di contraddit



