- L’Università di Torino ha destinato borse di studio a studenti e studentesse provenienti dall’Ucraina, nonché ad altri che si trovino in grave situazione di difficoltà economica a causa della guerra, dando priorità a cittadini russi e bielorussi. Questa sorta di equiparazione ha suscitato le proteste del console onorario dell'Ucraina in Piemonte.
- Uno studente non sceglie dove nascere, e nascere in un Paese aggressore non può essere una colpa tale da privarlo del diritto allo studio nel Paese ove si trova.
- La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo afferma che l’istruzione deve rafforzare il «rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali» e promuovere «la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le nazioni, i gruppi razziali e religiosi», nonché «il mantenimento della pace». Precludere questa possibilità ai giovani russi è poco lungimirante.
I cittadini di uno Stato possono essere considerati responsabili per le atrocità commesse da chi ne è a capo nei riguardi dei cittadini di un altro Stato? La domanda si pone a seguito dei fatti che si stanno verificando in alcune università italiane. L’Università degli studi di Torino (UniTo) ha pubblicato due bandi di borse di studio (scadenza il 21 aprile 2022). Uno è riservato a studenti di nazionalità ucraina, per 20 borse da 3 mila euro ciascuna; un altro, per 20 borse da 2 mila euro, è de



