- Se dobbiamo convivere con il Covid, fosse anche soltanto per un altro anno o per sempre come facciamo con l’influenza stagionale, è bene prenderne atto.
- Ci vorranno terze dosi, richiami, prudenza e distanziamento sociale, dispositivi di protezione nelle situazioni a rischio, un uso più strutturale di smart working, riunioni a distanza invece di pranzi di lavoro, dovremo rassegnarci a non avere stadi pieni e concerti in piedi.
- Poi, magari, un giorno vicino o lontano la vecchia normalità tornerà. Ma è inutile fingere che una situazione che, con una ciclicità ormai prevedibile, ha riscritto le nostre vite negli ultimi due anni sia destinata a svanire senza lasciare tracce.
La variante Omicron ci ha riportati indietro di qualche mese, costringe noi giornalisti a occuparci di nuovo quasi soltanto di Covid, tutti gli altri a fare scorta di mascherine, a rimettere in dubbio i cenoni natalizi, a valutare se cancellare vacanze e progetti. Le borse affondano nel timore che tutte le aspettative sulla ripresa e l’inflazione siano da rivedere al ribasso, magari addirittura mettendo in conto una nuova recessione. Lo scoramento che ci prende e le reazioni eccessive – anche



