- L’ultima riforma del catasto risale al 1989. E il sistema di classificazione si basa addirittura sul tessuto urbanistico degli anni Trenta.
- La riforma può essere fatta a parità di gettito, senza alzare le tasse. Sarebbe un’operazione di equità e redistribuzione, da chi finora ha pagato meno del dovuto a chi ha ingiustamente pagato di più. La maggioranza degli italiani ci guadagnerebbe.
- La sinistra, che sta cercando da anni di uscire dal recinto delle ztl, dovrebbe farla propria.
La riforma del catasto può essere un’opportunità per rendere l’Italia un paese più moderno e più giusto. Senza alzare le tasse, in media. Ma facendo pagare in modo corretto chi, finora, ha ricevuto indebiti vantaggi. E facendo pagare meno a chi, invece, da decenni sta subendo un’ingiustizia. La maggioranza degli italiani ci guadagnerebbe. Il sistema di classificazione su cui si basa il nostro catasto risale ai tempi del fascismo. La legge istitutiva fu approvata nel 1939, il decreto di attua



