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Russia ed Europa, la guerra resuscita idee primitive di purezza e contaminazione

  • La spaventosa aggressione contro l’Ucraina sferrata da Putin spinge istituzioni culturali e centri del sapere a un’ossessiva de-russificazione della nostra cultura, come raccontano gli episodi di “cancellazioni”.
  • Alcuni si chiedono se sia la pandemia ad averci privati della capacità di pensiero complesso, inducendoci a schierarci su posizioni prive di sfumature, in un clima intellettuale avverso al dubbio, all’interlocuzione e alla contestazione.
  • In realtà si può dare una lettura diversa di questo fenomeno, richiamando funzionamenti più profondi dell’umano: di fronte a ogni pericolo che svela la nostra vulnerabilità ci troviamo a riattivare meccanismi “primitivi” di attribuzione della colpa.

Separare, isolare ed espellere la Russia che è tra noi e in noi. Sullo sfondo della spaventosa aggressione contro l’Ucraina sferrata da Vladimir Putin, sembra che quest’ansia si sia impossessata delle istituzioni culturali e dei centri del sapere, in Italia come in molti paesi occidentali. Così, si moltiplicano le notizie di “cancellazioni” – dall’ormai arcinota vicenda delle lezioni di Paolo Nori su Dostoevskij all’Università di Milano-Bicocca, passando per il ritiro di inviti ad artisti, fino

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