- Il vertice di Vilnius ha ricalcato la liturgia della Guerra Fredda, ma senza gli ideali che sostenevano i due schieramenti. Ora il rischio è di vedere l’avversario solo come male assoluto da sradicare
- Nel 1945 proprio la necessità di mediare tra ideali diversi aveva dato vita all’ordinamento dell’Onu, ricalcando il modello delle Costituzioni moderne. Oggi quel patto si è rivelato troppo ambizioso
- Invece di darci l’obbiettivo di una nuova “Costituzione mondiale”, sarebbe auspicabile ragionare di “regole del gioco” comuni. Anche solo l’aspirazione al confronto su un simile proposito sarebbe un progresso
Era da tempo che non si vedeva un vertice Nato come quello di Vilnius della scorsa settimana. Nei toni solenni di un occidente determiNato ad affrontare la sfida comune, nei presidenti arrembanti in tenuta mimetica, negli accordi sulle forniture di armi, si è rivissuta la liturgia più classica dei tempi della Guerra fredda. La stessa rappresentata in maniera speculare durante i consigli del Patto di Varsavia. Quello che, tuttavia, mancava in Lituania erano le antiche ideologie che sostenevano



