Cara Giulia,
ho 23 anni e sono ancora vergine. E più il tempo passa più ho paura che ci sia qualcosa di sbagliato in me. Il fatto è che faccio molta fatica a relazionarmi al sesso opposto. Osservo i miei amici con un po’ di invidia. Loro hanno più esperienza con le ragazze, mentre io sento che per me è impossibile piacere a qualcuna.

Ho dato solo un bacio nella mia vita e ormai sono passati anni da quella volta, quindi ho paura che per me l’amore sarà sempre qualcosa di difficile da trovare. Mi sento sbagliato e frustrato perché non so proprio come approcciarmi. Non sono bellissimo, ma non credo neanche di essere brutto. Credo che il mio problema sia più che altro la timidezza.

Siccome mi imbarazza parlare di queste cose con i miei amici – che mi vogliono bene, ma non hanno capito quanto è difficile per me questa situazione – scrivo a te in cerca di consigli pratici e non solo.

Grazie,
M


Caro M.,
la cosa bella della verginità è che nel momento in cui si perde smette automaticamente di avere significato. Quando succederà anche a te – perché ti assicuro che succederà, anche alcuni degli uomini più spregevoli della terra sono riusciti ad accoppiarsi, a sposarsi e a procreare – ti renderai conto di quanto era inutile arrovellarsi sul passare del tempo per una cosa che, di fatto, il tempo lo azzera. Un giorno farai sesso e voilà, sarai magicamente una persona che ha fatto sesso. La verginità passerà da essere il tuo più grande cruccio a un ricordo lontano, quindi il mio primo suggerimento è di non roderti troppo il fegato a riguardo. Se parti da questo pensiero ti sentirai un po’ più leggero e ogni conversazione con una femmina non sarà più caricata della tensione che ti porti dietro.

Non c’è niente di sbagliato in te, ognuno ha i suoi tempi e non c’è nessuno scadenziario che ci impone di fare determinate esperienze entro un certo tempo. Ma capisco come tu sia portato a pensarlo: per quanto la tua generazione stia facendo molto per svincolarsi dagli stereotipi di genere, penso che il maschile, come il femminile, abbia ancora delle gabbie piuttosto resistenti. A farti sentire sbagliato è una struttura radicata nei secoli che ti costringe ad associare la tua mascolinità alle tue prestazioni sessuali, ma sono certa che se ci pensi un attimo confermerai anche tu che la tua identità è fatta di molte altre cose ben più significative.

Veniamo ai consigli pratici. Secondo me potresti provare a disinnescare la tua timidezza con una terapia d’urto: scarica un’app per incontri, conosci persone nuove, allena i muscoli della faccia da culo. A interagire con il sesso opposto si impara con la pratica, come a fare gli origami o a correre le maratone. Potrebbe sembrarti faticoso all’inizio, potresti non sentirti portato, ma vedrai che un po’ alla volta ti verrà tutto più semplice. Magari non sarà un successo al primo colpo, ma nessuno passa da 0 a 42 chilometri al primo giorno di corsa.

Ricordati sempre che non ti è richiesta nessuna performance, non sei tenuto ad essere qualcosa di diverso da te. Se non piaci a qualcuno, piacerai a qualcun altro. C’è gente che non apprezza i Ferrero Rocher, figurati se tu – che non sei il cioccolatino più godurioso mai creato – puoi andare a genio a tutti. Quindi fai un bel respiro, metti un buon deodorante e non importi nessuna maschera. A volte, se si è nervosi, la cosa più semplice è dire “sono nervoso”. Essere sé stessi può essere incredibilmente liberatorio e, il più delle volte, viene apprezzato anche dagli altri.

Cara Giulia,
sono un uomo di 57 anni e da qualche tempo sto frequentando una donna poco più giovane di me. Ci siamo conosciuti online, una cosa che non avrei mai pensato potesse succedere. Alla mia età, divorziato, avevo ormai rinunciato all’idea di trovare qualcuno con cui passare il tempo invece con questa donna mi trovo molto bene. Abbiamo interessi comuni e condividiamo una certa visione del mondo che ci permette di passare il tempo in modo piacevole e cercando attività che ci soddisfano entrambi.

Siamo due amanti delle cose belle. Ci siamo trovati su buon cibo, buon vino e arte e devo dire che sta andando meglio di quanto mi sarei mai aspettato da una relazione nata su internet.

L’unica cosa che mi crea un po’ di problemi è che lei guadagna più di me e spesso insiste per offrire la cena o altro. Forse sono un po’ all’antica, ma questo suo offrire, per quanto generoso, mi mette un po’ a disagio. Sono ovviamente contento che lei abbia un lavoro di alto profilo e si possa permettere gli sfizi che desidera, ma mi piacerebbe ogni tanto che mi lasciasse fare di più il galantuomo.
F.


Caro F.,
capisco la sua difficoltà (ho un padre suo coetaneo che credo si farebbe cavare un occhio piuttosto che lasciarsi offrire la cena dalla fidanzata), ma se si tratta solo di una questione di principio, a mio modestissimo parere, non vale la pena angustiarsi.

Se la sua compagna offre volentieri la lasci fare. Anche a noi dà gusto fare qualcosa di bello per un’altra persona, soprattutto se siamo nelle condizioni di farlo a cuor leggero. La galanteria, dopotutto, ha le radici in tempi in cui la donna era considerata alla stregua di un gatto di ceramica, e del gatto di ceramica aveva anche l’indipendenza economica. Ci sta che non piaccia a tutte e che si possa andare oltre. 

Per sua fortuna, comunque, ci sono molti modi di essere galanti. Può dirottare il suo bisogno di galanteria su altri gesti – un regalo, un mazzo di fiori, un ascolto attivo degli aneddoti meno interessanti della sua signora – oppure una volta ogni tanto può azzardare una mossa ninja: alzarsi per andare in bagno e pagare il conto a tradimento. 

I soldi sono un argomento delicato da affrontare all’inizio di una relazione ed è meglio non farne troppo una questione, o si rischia di avvelenare ogni esperienza da qui in avanti. Si rilassi, cerchi di liberarsi degli schemi (hai detto niente!) e magari, al ristorante, eviti di ordinare l’aragosta.

© Riproduzione riservata