- Se hai dubbi sul fatto che la filosofia sia stupore o dialettica, meraviglia per l’essere, o scambio, anche duro, di pensiero Maurizio Ferraris te li toglie. Lo si è incontrato al Festival della filosofia di Modena ed è stata l’occasione per uno scambio decisamente oppositivo.
- Per chi scrive, ad esempio, la cosiddetta cancel culture ha risvolti imbarazzanti. Per Ferraris: «Da una parte questi fenomeni sono un segno di progresso».
- «Che “invertito” o “negro” siano oggi parole impronunciabili in pubblico mi sembra un grande passo in avanti dell’umanità. Ciò non mi impedisce di trovare, ovviamente, ridicolo il rogo di Asterix. Ma l’orbace lo era di più».
Se hai dubbi sul fatto che la filosofia sia stupore o dialettica, meraviglia per l’essere, o scambio, anche duro, di pensiero Maurizio Ferraris te li toglie. Formatosi col post strutturalismo francese (Derrida, Lyotard, Foucault, Deleuze) e con l’ermeneutica (è stato allievo di Hans Georg Gadamer), dalla fine degli anni Ottanta ha buttato via l’abito curiale post-moderno ed è stato tra i fondatori del “nuovo realismo”: la filosofia non è deriva di interpretazioni, ma deve far riferimento all’ir



