Oltre le sbarre

Lavorare salva: il carcere può anche essere riscatto

LaPresse
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  • A Modena, nella casa circondariale Sant’Anna, durante la rivolta del 2020 hanno perso la vita nove detenuti.
  • Sono certo che chi doveva vigilare abbia fatto del suo meglio, e una sommossa è una sommossa, difficile garantire la sicurezza di tutti, ma resta il fatto che se non li avessimo rinchiusi per il bene comune, quei nove uomini sarebbero ancora vivi.
  • I nostri istituti, si dice, hanno le porte girevoli, e quindi falliscono de facto nel compito di riformare i loro ospiti, l’obiettivo specifico per cui esistono.

Sono passati due anni, ma ancora non si è fatta chiarezza su ciò che è accaduto nelle carceri italiane tra il 7 e il 9 marzo del 2020, mentre il “grande lockdown” rinchiudeva in casa loro anche i comuni cittadini. Nella grande confusione del momento, la serie di rivolte e sommosse violente che ha investito 70 dei 189 istituti penitenziari sparsi per la penisola (numero cui va aggiunta una trentina di proteste pacifiche) è stata dapprima sottovalutata. Solo quando gli edifici hanno iniziato

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