Intrappolati per essere rivisti

Attraverso il cinema viviamo per sogni le vite dei fantasmi

Illustrazione Pixabay
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  • Ce l’ha detto Mercuzio a teatro (smentendo di fatto Romeo) che c’è una differenza sostanziale tra chiacchierare di niente e parlare di sogni. Orson Welles, leggenda vuole, ha battezzato i film “nastri di sogni”.
  • Nell’età contemporanea il cinema è diventato da sùbito un contatto diffratto con la realtà. Ce lo racconta e contrario un momento di Intervista col vampiro, la trascrizione sognata da Jordan di un romanzo di Anne Rice.
  • Tutti fantasmi di sogni; fatti da altri per noi e pronti per essere regalati al tempo insieme alle loro ferme e digressive ripetizioni. Perché poi, alla fine. Attraverso il cinema viviamo per sogni le vite dei fantasmi che ci hanno preceduto; o che ci proseguiranno. Fantasmi noi stessi per loro.

Ce l’ha detto Mercuzio a teatro (smentendo di fatto Romeo) che c’è una differenza sostanziale tra chiacchierare di niente e parlare di sogni. Di quelle “creature della vana fantasia” che ci infestano le notti dacché il mondo esiste. E quando Bernard Herrmann, che alle storie shakespeariane di Charles Foster Kane aveva regalato la sua musica, si trovò a parlare di Quarto potere definì il film «una sorta di sogno autobiografico di Welles». Quell’Orson Welles che (leggenda vuole) ha battezzato i f

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