Ricordiamo che la classifica dei libri rileva il consumo culturale (che nel mercato non è un ossimoro) degli italiani per quanto riguarda gli acquisti nel mondo dei libri. Questa settimana Erin Doom col suo Fabbricante di lacrime, Magazzini Salani, riguadagna il primato superando il romanzone epico, storico e al femminile, Violeta, di un’autrice di bestseller sicura come Isabel Allende, da Feltrinelli.

Di Erin Doom sappiamo soltanto che il nome nasconde un’autrice emiliana, esperta di diritto di famiglia e di affido di minori, quindi immaginiamo si tratti di una che conosce bene sentimenti e passioni di ragazzini e adolescenti. Che si è autopubblicata su Wattpad e Amazon e lì è stata individuata da Salani. Oggi il suo è il libro più venduto in Italia. È ovvio (ma può essere utile ribadirlo ai più distratti) che ciò non significa che sia il più importante. Né il più bello. È il più venduto. A colpi di oltre 10imila copie a settimana. Quello che già è meno ovvio è che al settimo posto ci stia anche Nel modo in cui cade la neve, che è il nuovo romanzo sempre di Erin Doom.

Vecchio e nuovo mondo

Perché gli italiani comprano all’improvviso i libri di un nome di piuma che nessuno conosce? Erin Doom non è una star dei social, non è mai stata in tv, è stata intervistata poche volte (questa settimana da un altro giovane scrittore, Mattia Insolia, su Domani). È nata la nuova Elena Ferrante? No.

Le vendite dei romanzi per giovani adulti di Doom sono il frutto del passaparola di cui godono su TikTok. Quello che va preso sul serio è l’effetto dirompente che TikTok sta producendo sui numeri dell’editoria. Sulla visibilità dei libri. Sulle modalità della loro circolazione. C’è un prima e c’è un dopo. Che coesistono e si fronteggiano. Come i fronti dei due secoli. Come i media antichi e quelli nuovi. Come le librerie e le piattaforme.

Come Il fabbricante di lacrime e Violeta. Libro di narrativa, quest’ultimo, molto tradizionale, di autrice famosa. Promosso sui giornali e dalle librerie. In particolare dalla catena di quelle del suo editore. Mentre Doom primeggia e non ha avversari nell’e-commerce di Amazon. Così come grazie a TikTok e alle piattaforme stanno da mesi in classifica due libri di Madeline Miller, La canzone di Achille e Circe, Marsilio, e un mélo raffinato e struggente su un’altalena di amore e dolore come Una vita come tante di Hanya Yanagihara, da Sellerio.

Sanguina ancora

Bene, sempre sbirciando il barometro di Amazon, mentre Lucio Caracciolo di Limes e Dario Fabbri di Scenari di Domani hanno cacciato e sostituito i virologi dai palinsesti tv ridisegnati dalla guerra, un assurdo episodio di tentata censura, delitto e castigo di cancel cultur nascosta nel sottosuolo dell’università Bicocca di Milano, rilancia un libro, questa volta, molto bello: Sanguina ancora. L'incredibile vita di Fëdor M. Dostojevskij di Paolo Nori. Da Mondadori.

Nori che avrebbe dovuto tenere quattro lezioni sui romanzi del grande scrittore russo presso quell’università, viene avvertito che sono sospese per motivi di opportunità. Nori fa notare sui social che, per quanto russo, Dostojevskij sia morto nel 1881 e quindi non abbia opinioni su Putin. «Sono scemi» commenta Emilio Nori, fratello di Paolo. Purtroppo è una università italiana. Che, resasi conto della topica madornale, ritratta. Ma il latte, se non il sangue, è versato.

Risale in classifica anche Per niente al mondo, thriller politico di Ken Follett, romanzo molto ben congegnato, Mondadori. Date un’occhiata al plot. La presidente degli Stati Uniti farà tutto il possibile per evitare lo scoppio di una guerra non necessaria. Ma la tensione internazionale cresce e si moltiplicano le azioni militari. È ancora possibile fermare quella che sembra un’escalation inevitabile verso la terza guerra mondiale? Non vi dico come va a finire.

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