Secondo i recenti dati Aie peggiora la qualità della lettura e calano i lettori. Ma il mercato procede e sono cinque i titoli che si giocano le vendite del periodo festivo, con Tatà di Perrin al primo posto
Un terzo degli italiani ha difficoltà a leggere e comprendere un testo come questo che state leggendo. E sono le persone adulte quelle che mostrano i valori di competenza più bassi. È l’esito dei dati Ocse di dicembre di cui tutti hanno parlato. Diagnosi: analfabetismo funzionale. Che vuol dire che un terzo degli italiani tra i 16 e i 65 anni non capisce bene quello che legge né sa far di conto. Così come avrebbe difficoltà a leggere il nostro giornale che ha articoli spesso lunghi, analitici e complessi, o a comprare (far di conto) l’auspicato abbonamento digitale a Domani (problem solving).
L’Italia è al trentunesimo posto (su 37 paesi) per competenze legate a lettura e scrittura (literacy) e al trentesimo per quelle matematiche (numeracy). Competenze fondamentali per le relazioni e per il lavoro. Una situazione grave di ritardo che in un mondo dominato dalla tecnologia e dall’impatto dell’intelligenza artificiale rischia di lasciare il nostro paese molto indietro. A questo si aggiunga il lavoro dei social (con l’impatto politico che abbiamo visto nelle elezioni americane e ora in quelle rumene) media che tendono a confermare, amplificandole, soltanto le opinioni e le conoscenze che le persone hanno già.
I dati sulla lettura
E di questo nostro tempo di analfabetismo funzionale non può che tenere conto questa rubrica che ogni settimana analizza la classifica dei libri e cioè proprio il mercato della lettura in Italia. Secondo i recenti dati Aie, comunicati durante la fiera romana Più libri più liberi, peggiora la qualità della lettura e calano i lettori, in un paese come sempre divaricato tra un nord leggente e un sud desertificato di libri e librerie. E poi leggono libri le donne, assai più degli uomini.
Nel 2024 la lettura di libri riguarda il 66 per cento della popolazione, contro il 68 per cento del 2023. Il 66 per cento è una media tra il 72 per cento della lettura delle donne (più colte) e il 60 per cento degli uomini (più ignoranti). Se guardiamo invece alle fasce d’età, leggono libri a stampa in percentuale sopra la media i 18-24enni (74 per cento), i 15-17enni (73 per cento), i 35-44enni (71 per cento), i 25-34enni (70 per cento). Gli adulti, non pervenuti, non fanno una bella figura.
Lo stato dell’arte è quello di un paese dove metà della popolazione non va a votare e poco meno non legge libri. Ne va tenuto conto quando si analizza cosa si legge in Italia e così spesso si ascoltano i lamenti e i piagnistei, le voci meste e dolorose sulla qualità delle scelte dei lettori.
Siamo chiari. Chi oggi, fuori da un dipartimento di germanistica o di anglistica, è in grado o ha voglia di affrontare la lettura e la complessità dell’Uomo senza qualità o di Ulisse? Quanti sono in grado di leggere la scrittura di Gadda ora in Italia? Un paio di migliaia dai dati di Gfk, il Pasticciaccio arriva a 5000, ogni anno.
La partita natalizia
Bene si avvicina il Natale e la partita è ormai definita e si gioca tra cinque libri. Ecco i libri di Natale. Tatà di Valérie Perrin è al primo posto per e/o questa settimana; Il Dio dei nostri padri. Il grande romanzo della Bibbia di Aldo Cazzullo, direi il libro dell’anno, per HarperCollins, al secondo; Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi di Maurizio de Giovanni al terzo per Einaudi Stile libero; La casa dei silenzi di Donato Carrisi al quarto per Longanesi; Balleremo la musica che suonano di Fabio Volo (ecco sento i lai) al quinto per Mondadori.
Al sesto posto della classifica c’è una sorpresa, che è il rientro di Come l’arancio amaro di Milena Palminteri per Bompiani. Questo riuscito romanzo è stato uno dei pochi casi letterari dell’anno, assieme al Cognome delle donne di Aurora Tamigio che ha vinto il Bancarella per Feltrinelli. Romanzi femminili da oltre centomila copie. Palminteri ha vinto ora il Premio Amo questo Libro delle librerie Giunti che la riporta con molte copie in classifica. Milena Palminteri è una donna del sud che ha letto molti libri. Poi ne ha scritto uno, un romanzo, un esordio tardivo, che ha fatto il botto.
Nata a Palermo, vive a Salerno. Ha lavorato per tutta la vita come conservatore negli archivi notarili, dove insieme alla memoria economica vengono conservate e custodite anche le nostre vicende individuali. All’inizio degli anni Ottanta, mentre dirigeva l’archivio di Salerno, tra le carte di un vecchio fascicolo si è imbattuta in una storia che chiedeva di essere raccontata, quella di un neonato trasportato in una cesta e di una madre accusata di avere comprato il suo bambino. A quella storia negli anni se ne sono intrecciate altre, confluite nel suo primo romanzo.
Quanto a me, consiglio di Natale: il miglior romanzo dell’anno è: Il fuoco che ti porti dentro di Antonio Franchini per Marsilio (attorno alle 25mila copie).
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