Settimana interlocutoria per la classifica dei libri. Mercato in frenata stagionale che in una manciata di copie mette in fila sul podio due gialli e un romance young adult: il giallo Mondadori Tutti i particolari in cronaca di Antonio Manzini, (l’erede di Camilleri dopo essere stato suo allievo alla Scuola d’arte drammatica dove imparava a fare, non lo scrittore ma l’attore) di nuovo al primo posto, e il giallo Feltrinelli Tutti su questo treno sono sospetti di Benjamin Stevenson, al terzo posto.

Un altro attore. Anzi, un pluripremiato stand-up comedian e scrittore australiano, ha fatto il tutto esaurito all’International Comedy Festival di Melbourne e al Fringe Festival di Edimburgo, ed è apparso più volte su Abc, Channel 10 e The Comedy Channel. Ha scritto tre romanzi in corso di traduzione in oltre venti paesi, Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno ha raggiunto il primo posto delle classifiche bestseller australiane e diventerà una serie tv per Hbo.

Questo intanto ci dice che i più bravi a scrivere buoni libri (ottimi voti per entrambi dal nostro Antonio D’Orrico che li ha valutati nella sua Pagella per Domani e per la sua newsletter) non siano sempre gli scrittori. E non gli attori, i registi (Camilleri appunto), i medici (Vitali), i magistrati (Carofiglio, è appena uscito per Einaudi il suo L’orizzonte della notte, il ritorno di Guido Guerrieri in un romanzo processuale), gli ingegneri (Gadda), i ragionieri (Montale), ecc, fino a quelli che non esistono nemmeno come la magnifica Elena Ferrante.

Il genere preferito

E poi ci dice che il giallo è il genere preferito e più letto dai lettori di tutto il mondo. E che sfiorita la scuola scandinava si sta affermando quella australiana. Si sa che il lettore di gialli è un maniacale cultore delle regole del genere di cui è competentissimo. «La formula magica di Stevenson è semplice come tutte le cose geniali. Lui riprende le regole del mystery classico per rivoltarle come calzini, un po’ sputtanandole, un po’ dissacrandole, un po’ prendendole in giro, ma alla fine rispettandole e ricreandole» ci avverte D’Orrico.

Un viaggio in treno. Un cadavere alla prima fermata. Dei passeggeri molto sospetti: sanno tutti come cavarsela con un delitto.
Chi di loro è il colpevole? Ernest Cunningham è nei guai. Dopo essere diventato famoso per aver scritto un true crime sulla sua famiglia – una famiglia micidiale: hanno tutti ucciso qualcuno –, il suo agente letterario e il suo editore gli chiedono con insistenza un nuovo libro. Ma dove trovare l’ispirazione, senza che qualcuno ci rimetta la pelle?
L’occasione si presenta sotto forma di un invito al Festival Australiano del Giallo. In omaggio ad Assassinio sull’Orient Express di Agatha Christie, gli organizzatori hanno deciso di riunire un gruppo di celebri giallisti a bordo del Ghan, il treno che attraversa l’Australia, da Darwin a Adelaide. Durante il viaggio, Ernie avrà modo di confrontarsi con i colleghi e forse, chissà, di mettersi finalmente al lavoro.
Neanche il tempo di partire che ci scappa il morto.

La saggistica

Nella saggistica se la battono, nell’ordine, Cazzullo, Murgia, Travaglio, Ranucci e Renzi. La scelta da Bompiani è il primo libro di Sigfrido Ranucci. Ranucci è uno di quegli uomini che coincidono in modo assoluto con il lavoro che si sono scelti. Insieme alla sua équipe di Report – programma televisivo amatissimo e odiato, uno dei baluardi del giornalismo d’inchiesta in Italia – ogni giorno si dedica a vagliare informazioni, collegare eventi, ascoltare voci per decidere come raccontare le notizie che qualcuno vorrebbe rimanessero sotto silenzio.

Per la prima volta Ranucci racconta il cammino che lo ha condotto sin qui; lo fa scegliendo alcune inchieste fondamentali di cui svela i retroscena.

A Firenze si fa Testo

Intanto a Firenze si fa Testo, la bella fiera dell’editoria. Tra i tanti eventi domenica alle 17 con Paolo di Paolo faremo il punto, proprio a partire dalla classifica dei libri di Domani, su temi e tendenze di un anno di narrazioni: perché un paese è le storie che racconta.

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