IL FILM AL CINEMA

Diabolik è (quasi) femminista fin dagli anni Sessanta

Foto Antonello&Montesi
Foto Antonello&Montesi
  • Diabolik è femminista. O quasi. La qual cosa dovrebbe gratificare in primis la ministra Bonetti, all’uscita del film dei Manetti Bros., il 16 dicembre.

  • Tra i simpatici meriti di Marco e Antonio Manetti c’è quello di aver intercettato l’occhio femminile delle creatrici e la polemica implicita in una conversione che nell’Italia degli anni Sessanta era di là da venire.

  • Gli smaliziati resteranno spiazzati da un viaggio a ritroso nel cinema che ha ingenuità dimenticate, meno globalizzate dalle true lies degli effetti speciali. È spericolatamente controcorrente. Il rischio è altissimo e richiede parecchio ardimento, come la scelta di girarlo in italiano.

Diabolik è femminista. O quasi. La qual cosa dovrebbe gratificare in primis la ministra Bonetti, all’uscita del film dei Manetti Bros., il 16 dicembre, dopo il lungo parcheggio forzato da Covid. Svolta epocale Prossimo ai sessant’anni com’è, il man in black delle sorelle Giussani non si è mai impantanato nel vecchio e ipocrita adagio per cui “dietro a un grande uomo c’è sempre una grande donna”. L’insidia stava in quel “dietro”. L’albo fondante del personaggio evoluto è quel numero tre d

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