Il racconto

I ringraziamenti nei romanzi sono solo deliri narcisistici

  • Un esordiente sta per andare in stampa ma c’è un’ultima cosa che deve discutere con l’editore: la pagina dei ringraziamenti del suo romanzo. 
  • Il bon ton letterario, se è mai esistito, è stato mandato in soffitta da un pezzo. Infiniti ringraziamenti sono in linea con l’esplosione di tutte le componenti del paratesto libresco. In linea generale però la sobrietà figurerebbe meglio. 
  • E se questa nevrosi del paratesto nascondesse un disagio serio e pericoloso, molto contemporaneo, riguardo alla distrazione con cui tentiamo di leggere e alla relativa inessenzialità del testo? 

L’esordiente venne fatto accomodare nell’ufficio dell’editore. «Devo aggiungere ancora qualche nome ai ringraziamenti», premise l’esordiente. L’editore fece un sorrisetto. «Sono già molto lunghi». «Posso?». «Certo che può. Se non ci fossero parenti, amici, mogli e mariti, più uno stuolo di editor, agenti e animaletti da compagnia, nessuno scrittore potrebbe portare a termine alcunché». «Lei è molto comprensivo». «È lei che è un genio e di conseguenza anche i suoi ringraziamenti saranno genial

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