Cultura

Il dilemma di Sanpa: perché siamo affascinati dalle sette?

Ho passato  un decennio a cercare una comunità speciale di cui far parte.  Poi ho capito che le sette ti costringono a sognare, con le buone o con le cattive, il sogno di qualcun altro

  • La religione, la pratica spirituale, la cura, il processo di disintossicazione sono pretesti, sono l’epifenomeno.
  • In realtà esse mirano a disporre di un bacino di risorse viventi, e questo è un elemento ricorrente sia nella San Patrignano delle origini, che in Osho e Scientology.
  • Forse ho smesso di desiderare così tanto di far parte di una setta quando ho cominciato a capire che anziché darti un’identità speciale, più originale, le comunità di questo tipo mirano a uniformarti, a renderti materiale a disposizione della propria grande mitomania.

Ho passato almeno un decennio della mia vita a cercare una comunità speciale di cui far parte. Dall’adolescenza in poi, gruppi spirituali, centri internazionali dediti ai nuovi culti – Kabbalah, buddhismo giapponese, severissime scuole di yoga. Periodicamente, entrando e uscendo, io ho cercato di essere assorbito, di scomparire in una setta. Così, quando ho saputo di SanPa, mi sono precipitato davanti allo schermo. Tutte e cinque le puntate di fila, senza pause. E poi di nuovo, una seconda volta

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